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Non è una sorpresa che i piccoli apprendano le lingue con maggiore facilità rispetto agli adulti. Tant’è che oggi nelle scuole è diventata pratica comune l’insegnamento di lingue straniere sin dalla tenera età. Ma i bambini bilingue, ossia che crescono in una famiglia dove si parlano correntemente due idiomi, godono di ulteriori vantaggi: l’allenamento cui è sottoposto il cervello per riuscire a imparare suoni e parole diverse, passando da una lingua all’altra a seconda del contesto, fa sì che questi bambini riescano a gestire un più alto numero di informazioni contemporaneamente con il risultato che risultano più veloci nel risolvere problemi di vario genere.
Più agili e scattanti
È quanto emerso da uno studio condotto congiuntamente dall’Università di Udine dall’Irccs Eugenio Medea e dalla Scuola Provinciale di Sanità Claudiana e pubblicato sull’International Journal of Bilingual Education and Bilingualism. L’autore dello studio, Andrea Marini, ricercatore in psicologia generale, ha sottolineato come nei bambini bilingue aumenta la memoria a breve termine di lavoro, cioè quella capacità cognitiva che consente di arrivare prima a una soluzione in caso di un problema. Quindi, esporre i bambini in modo adeguato ad un contesto in cui si parla un’altra lingua ne potenzia alcune abilità cognitive senza necessariamente compromettere lo sviluppo della lingua madre.
Scuola italiana o straniera?
L’indagine ha preso in esame 62 bambini tra i 4 e i 6 anni di età di entrambi i sessi, manualità e livello socio-culturale. La metà del campione frequentava la scuola d’infanzia statale italiana, mentre l’altra metà una scuola internazionale per circa 8 ore al giorno e per il resto del tempo continuava a essere esposto alla propria lingua madre, l’italiano. Oltre alla performance intellettiva, risultata migliore nei bambini bilingue, sono state valutate anche le abilità linguistiche dei due gruppi. I bambini bilingue hanno mostrato la stessa capacità di articolare e distinguere i suoni della lingua italiana dei coetanei monolingua. Anche la capacità di reperire le parole per indicare oggetti, animali o persone e per costruire le frasi è risultata simile. Il gruppo bilingue aveva, però, un vocabolario lievemente meno ricco rispetto al gruppo di riferimento. Un lieve ritardo che può essere facilmente compensato, aumentando il livello di esposizione dei bambini alla lingua madre.