Argomenti trattati
Quando si parla di infanzia e logopedia si pensa immediatamente ai trattamenti rivolti ai bambini con difficoltà ad articolare bene le parole. In realtà, questa tecnica non migliora solo le capacità di linguaggio, ma fa molto altro: oltre a insegnare come usare correttamente la voce, deglutire, muovere lingua e labbra, consente di migliorare le problematiche legate alla comunicazione e all’interazione con gli altri. Ecco perché è uno strumento preziosissimo anche per i bambini che soffrono di autismo, che non riescono facilmente a entrare in contatto con il mondo esterno.
Un disordine neuropsichiatrico
L’autismo è un disordine neuropsichiatrico infantile, che si associa ad alcune anomalie cerebrali. Tipicamente, i bambini colpiti presentano problemi di interazione sociale, difficoltà di comunicazione (verbale e non) e comportamenti ripetitivi. Fanno fatica a sostenere e mantenere una conversazione con gli altri, non interagiscono facilmente con i coetanei, tendono a non condividere interessi ed emozioni, non guardano direttamente negli occhi le altre persone. Possono anche avere disturbi del linguaggio. In genere, le manifestazioni iniziano a comparire intorno ai due-tre anni. A oggi non è stata individuata con certezza la causa dei disturbi dello spettro autistico, anche se in un numero significativo di casi sembra esserci una predisposizione genetica.
Trattamento multidisciplinare
Il trattamento dell’ autismo richiede un approccio multidisciplinare, cioè la collaborazione fra più specialisti diversi. Fra questi, un ruolo importante è ricoperto dal logopedista, che deve lavorare in sinergia con neuropsichiatra infantile, psicologo, fisioterapista e altre figure. La logopedia, infatti, è fondamentale per aiutare il bambino a interagire con il mondo, a vivere nel contesto socio-relazionale e a frequentare la scuola, visto che gli insegna abilità essenziali come comunicare, comprendere, parlare, leggere e scrivere.
Il ruolo dei genitori
I genitori hanno un ruolo significativo in questo percorso. “È importante che anche il genitore sia coinvolto nelle sedute terapeutico-educazionali, soprattutto se l’area della comunicazione è particolarmente compromessa, affinché possa imparare i modi migliori per comunicare ed essere compreso dal proprio bambino e per stimolare la sua iniziativa” conferma Raffaella Citro, vicepresidente logopedisti europei (CPLOL).
Quando la situazione è più complessa
Nei casi più complessi, la semplice logopedia può non bastare e l’ autismo può essere affrontato anche con la Comunicazione aumentativa e alternativa (Caa), una specifica tecnica che si serve del linguaggio dei segni, di immagini e video, ma anche di computer, tablet e device elettronici, per supportare i bambini con importanti difficoltà di linguaggio e comprensione e aiutarli a entrare in relazione con gli altri e il mondo che li circonda senza forzarli.