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Negli ultimi tempi, gli antibiotici sono spesso finiti sul banco degli imputati. A essere criticati, in realtà, non sono stati tanto questi farmaci quanto, piuttosto, i loro usi impropri. In Italia, infatti, se ne fa un utilizzo eccessivo, specialmente in età pediatrica, con una serie di conseguenze negative a breve e lungo termine. Fra queste ultime, ci sarebbe anche un aumento del rischio di sviluppare l’artrite giovanile. Lo sostiene un recente studio condotto da un team di ricercatori statunitensi, della Rutgers University, della University of Pennsylvania e dal Nemours A.I. duPont Hospital for Children, pubblicato sulla rivista Pediatrics.
Uno studio su 450 mila bambini
Per condurre la loro ricerca, gli autori hanno analizzato le informazioni contenute in un database riguardante oltre 11 milioni di persone. In particolare, hanno esaminato i dati relativi a 450 mila bambini, di cui 152 avevano ricevuto una diagnosi di artrite giovanile, una malattia autoimmune caratterizzata dall’infiammazione cronica delle articolazioni e degli occhi. Gli studiosi hanno cercato di capire se ci fossero dei fattori scatenanti comuni a tutti i piccoli pazienti, come l’uso di antibiotici in età pediatrica o malattie particolari.
Critici i primi anni di vita
Più a rischio sono risultati i bambini con infezioni respiratorie trattate con antibiotici. Dall’analisi del risultati, è emerso che il ricorso agli antibiotici nei primi anni di vita può avere un ruolo importante sulla comparsa dell’artrite giovanile. Infatti, si è visto che le prescrizioni di antibiotici erano state maggiori nei bambini che hanno poi ricevuto una diagnosi di artrite giovanile rispetto ai loro coetanei. Gli autori, tenendo in considerazione anche tutti gli altri fattori analizzati, hanno dedotto che i bimbi curati con questi farmaci presentano più probabilità di sviluppare la malattia. In particolare, il rischio era elevato quando i medicinali sono stati prescritti per curare malattie infettive del tratto respiratorio superiore. In pratica, gli individui che da piccoli avevano avuto infezioni delle alte vie respiratorie trattate con antibiotici erano quelli più soggetti all’artrite giovanile. Il rischio aumentava all’aumentare dei cicli di cura effettuati.
Meglio non rischiare
Le evidenze emerse dallo studio andranno confermate da nuove ricerche. Gli elementi emersi, comunque, sono già sufficienti per sospettare degli antibiotici e per prendere misure cautelative al riguardo. “Questo è un indizio molto importante circa l’eziologia di questa malattia grave e potenzialmente paralizzante. Se confermato, avremo anche un mezzo per la prevenzione” hanno spiegato gli autori