Alimentazione bambino – 3 anni

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 16/05/2019 Aggiornato il 21/05/2019

Nel terzo anno di vita, il regime alimentare del bambino ormai è completo e comprende qualsiasi cibo. A volte, però, il bimbo potrebbe rifiutare il cibo. Ecco i vari problemi che si possono presentare

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È inappetente

Si sentono spesso genitori e nonni preoccupati perché il bambino si rifiuta di mangiare. È bene precisare che un giorno o due di inappetenza sono abbastanza comuni anche per gli adulti: si possono verificare, per esempio, quando si è convalescenti da una malattia oppure se si è un po’ esagerato in un pasto troppo ricco e abbondante. Questo discorso vale naturalmente anche per i bambini. I motivi che, però, spingono un bambino sano a non voler mangiare possono essere molti. Ecco i principali.

Mangia fuori pasto

Un cioccolatino o una caramella a metà mattina o nel pomeriggio non sono certo dannose. La frequenza eccessiva di merendine o snack in ore prossime al pranzo, invece, può togliere l’appetito: per esempio, un pezzetto di focaccia o una merendina farcita necessitano di almeno un’ora e mezzo per essere digerite e, per circa un’ora almeno, il senso di fame non compare. Sono concessi, quindi, solo piccoli snack, almeno tre ore prima dei pasti principali.

Ha un disagio

L’ingresso alla scuola dell’infanzia, la nascita di un fratellino, un momento di tensione in famiglia: sono tutti momenti difficili nella vita di un bimbo, che possono ripercuotersi sulla sua serenità e tradursi in un periodo di inappetenza. L’atteggiamento migliore è quello di stargli vicino, mostrargli affetto e comprensione.

Fa i capricci

Alcuni bambini rifiutano di mangiare perché non amano quello che c’è in tavola. Si tratta soprattutto di bambini abituati ad assaggiare troppo spesso cibi salati o stuzzicanti, che quindi rifiutano di rassegnarsi a piatti sani ma meno gustosi, come il passato di verdure o la bistecca ai ferri. Il sistema migliore, in questi casi, è non cedere alla tentazione di preparare qualcosa per il bambino a parte o di aggiungere sale e condimenti. È meglio continuare a offrirgli piatti sani, che, naturalmente, devono essere gli stessi che mangia il resto della famiglia.

Non sta bene

A volte il rifiuto del cibo è legato, in realtà, a un piccolo problema di salute, come un’influenza o un raffreddore in arrivo, una crisi di acetone che si sta preannunciando. In questo caso, il bambino in genere non desidera assolutamente nulla, nemmeno le pietanze preferite. Desidera solo bere e chiede, tutt’al più, un bicchiere di latte (che però non va concesso se si sospetta una crisi di acetone): è bene assecondare la sua inappetenza, in attesa di sentire il pediatra e che il disturbo si risolva.

 

Visti i problemi che si possono presentare. Vediamo ora, invece, come dovrebbe essere il menù ideale del bambino a questa età. Innanzitutto, va detto che il regime alimentare di un bambino di tre anni ha ormai caratteristiche di completezza: può cioè comprendere qualsiasi tipo di cibo. È anzi giusto che l’alimentazione sia la più varia possibile, sia per non far mancare al bimbo nessun nutriente sia per stimolare la sua curiosità e, quindi, abituarlo ad alimentarsi in modo più corretto. Ecco che cosa non deve mancare nella sua dieta e perché.

 

I carboidrati

Le porzioni vanno equilibrate in relazione alle esigenze di un bambino di tre anni: la pasta e il riso non dovrebbero superare i 40 grammi a pasto, in modo che il bambino non si sazi solo con il primo piatto e non riesca ad assumere poi nient’altro. In fase di crescita, infatti, l’energia che viene fornita dai carboidrati è importante, ma non possono mancare anche i cibi proteici, come la carne di tutti i tipi, i formaggi e le uova.

La carne

Tra bianca (pollo, vitello, coniglio, tacchino) e rossa (manzo) dovrebbe comparire sulla tavola di un bambino circa quattro-cinque volte alla settimana. La carne, infatti, è la migliore fonte di ferro, una sostanza indispensabile per la formazione dei globuli rossi del sangue (le cellule che portano ossigeno e nutrimento a tutti gli organi del corpo). Il ferro contenuto nella carne è altamente biodisponibile, cioè è presente in una forma che può essere utilizzata completamente da parte dell’organismo. Il ferro è contenuto sia nella carne bianca sia in quella rossa: è soltanto la presenza di mioglobina, una proteina presente nei muscoli del manzo e del cavallo, a conferire il tipico colore rosso a questo tipo di carne. Quindi, se il bambino preferisce le carni bianche perché hanno un sapore più delicato, si può tranquillamente proporre più spesso pollo o tacchino, senza timore che il piccolo vada incontro a problemi di anemia, cioè di carenza di ferro. Il modo migliore per proporre la carne è al vapore o alla griglia. Ai bambini piace molto la carne impanata e fritta, ma è meglio limitare questo tipo di preparazione a due o tre volte al mese, in quanto il fegato dei piccoli può avere difficoltà a digerire i grassi fritti.

Il pesce

È una fonte di proteine nobili importantissime per la crescita sana dell’organismo. Queste sostanze (come quelle presenti nella carne, nelle uova e nei latticini) sono infatti i mattoni dell’organismo e vanno a formare i tessuti e le ossa. Inoltre il pesce è ricco di grassi omega 3, importanti tra l’altro per lo sviluppo delle cellule del sistema nervoso. Non può quindi mancare nel menù di un bambino almeno 2 – 3 volte alla settimana. Via libera allora a merluzzo, nasello, sogliola, salmone, acciughe, da cucinare in modo sano e leggero, per esempio al forno o al cartoccio, dopo averli accuratamente privati dalle lische. Una volta la settimana

Le uova

Dovrebbero comparire sulla tavola di un bambino non più di due volte alla settimana. Il modo migliore per cucinarle è à la coque, in camicia o cotto al tegamino con pochissimi grassi. Se al bambino piace la frittata, questa può essere concessa una volta ogni tanto, però sarebbe meglio cuocerla nel forno, in modo da usare meno grassi. Le uova sono un’ottima alternativa alla carne, perché sono ricche di proteine nobili, essenziali per la crescita, e contengono anche una discreta quantità di ferro.

Le verdure

Se fino a tre anni il piccolo le mangiava solo “mascherate” sotto forma di polpette e passati, ora è il momento di fargli conoscere e apprezzare le verdure così come sono. Dato che, però, a pochissimi bambini le verdure piacciono crude, per la loro consistenza dura e il sapore amarognolo, si può provare a offrirgliele cotte, per esempio al vapore (il tipo di cottura che distrugge meno le vitamine) oppure cucinate in umido, anche se in modo leggero, con pochi condimenti, o, ancora, utilizzandole tagliate a pezzetti come condimento della pasta.

La frutta

Rappresenta una fonte insostituibile di vitamine e sali minerali, soprattutto per un bambino di tre anni che in genere non ama la verdura, né cotta né cruda. Se ne dovrebbe consumare almeno due porzioni al giorno, non solo come fine pasto, ma anche come merenda o spuntino. Molte mamme, per comodità, offrono spesso ai figli succhi di frutta già pronti: sarebbe però preferibile proporre ai bambini la frutta fresca, perché nel processo di preparazione i prodotti industriali, per quanto igienicamente sicuri e controllati, perdono parte delle vitamine di cui invece sono ricchi i prodotti freschi.

 

 

 

 
 
 

In breve

Il menù tipo di un giorno

  • Colazione: una tazza di latte intero con quattro biscotti.
  • Pranzo: 50 g di pasta con ragù di verdure, una coscia di pollo al forno senza pelle oppure una porzione di pesce, patatine al forno, una pera.
  • Merenda: un frutto o una spremuta d’arancia preparata in casa e un vasetto di yogurt da 125 g.
  • Cena: passato di verdura con 30 g di riso, un uovo alla coque, un piccolo panino, una coppetta di macedonia di frutta.
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