Argomenti trattati
Fino ad oggi vietato durante le lezioni, negli ultimi mesi lo smartphone è stato al centro di numerosi dibattiti e polemiche. Per garantirne un utilizzo equilibrato ai ragazzi, è stato studiato un decalogo di regole da un team di esperti (filosofi, pedagogisti, esperti di comunicazione, docenti e dirigenti scolastici), che dovrebbe disciplinare l’utilizzo dei dispositivi mobili a scuola.
Non va proibito, ma regolamentato
L’approccio della commissione ministeriale incaricata di mettere a fuoco i dieci criteri si è ispirato a una visione fiduciosa e positiva del rapporto tra i professori, gli studenti e la cultura di oggi plasmata nei suoi linguaggi, stili e codici dall’enorme diffusione di tablet e cellulari. I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi. Proibire lo smartphone a scuola “non è la soluzione”. È necessario invece insegnare ai ragazzi a utilizzare correttamente i dispositivi digitali per poterli “integrare nella didattica quotidiana”. Quindi serve che le scuole fissino delle regole per definirne limiti e potenzialità.
Un’opportunità didattica
“La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica”. È uno dei passaggi chiave su cui il decalogo insiste: più che considerare lo smartphone un elemento di distrazione, il digitale è un’opportunità in chiave didattica, da sfruttare al meglio. Non sono sufficienti le abilità tecniche: i docenti devono essere in grado di “sostenere lo sviluppo di una capacità critica e creativa”. Insomma, i ragazzi devono essere educati a un utilizzo dello smartphone che sia diverso dalla mera funzionalità ludica e comunicativa.
Alleanza tra scuola e famiglia
Il digitale modifica la “forma” e le modalità dell’apprendimento: l’accesso più semplice alle informazioni, insieme alla possibilità di utilizzare ambienti digitali condivisi, in una situazione di connessione continua con la classe, sono tutti elementi che ampliano le possibilità di apprendimento. Inoltre deve essere inserito nell’ambito di una rafforzata “alleanza educativa tra scuola e famiglia”.