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Può capitare a tutti i genitori di urlare contro figli disobbedienti, maleducati o svogliati. Spesso, ci si pente poco dopo averlo fatto. Ora potrebbe esserci un motivo in più per trattenersi e, se non si riesce a resistere, per sentirsi in colpa. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani, dell’Università di Pittsburgh e dell’Università del Michigan, pubblicato su Child Development, infatti, sgridare a voce alta i figli adolescenti può avere ripercussioni sul loro benessere psichico e sul loro comportamento ed esporli al rischio di depressione.
I danni della violenza verbale
Gli autori hanno studiato le conseguenze di un particolare tipo di educazione, basata sull’uso della “violenza verbale” per provocare nel ragazzino dolore o disagio emotivo. Lo scopo? Tentare di indurlo a correggere i suoi comportamenti sbagliati. Per violenza verbale si intende l’utilizzo di rimproveri a voce alta, urla, insulti e addirittura frasi umilianti. Dalla ricerca è emerso che urlare contro i figli è davvero deleterio. Quando mamma e papà ricorrono alla violenza verbale precocemente, le conseguenze si trascinano a lungo. A 14 anni, i figli di genitori che nei primi anni dell’adolescenza hanno usato la forza psicologica delle parole per educarli, hanno un rischio maggiore di soffrire di depressione e di problemi di condotta rispetto ai loro coetanei.
E in più non serve
Non solo. Gli studiosi hanno anche scoperto che la disciplina verbale dura è del tutto inutile per correggere i comportamenti ribelli dei ragazzi. Anzi, è controproducente da questo punto di vista. Urlare contro i figli li rende più predisposti ad adottare atteggiamenti delinquenziali, come diventare vandali, rubare, fare i bulli. Inoltre, abbassa l’inibizione e aumenta la rabbia, l’irritabilità e l’aggressività.