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Possiede uno smartphone l’89% degli adolescenti, ovvero nove su dieci, più del doppio rispetto a sei anni fa (nel 2012 era il 41%). Affermano di non sentirsi soli a causa dell’utilizzo di questa tecnologia, ma ammettono che rappresenta una fonte di distrazione e che preferiscono la comunicazione tramite chat a quella di persona. A delineare il quadro della relazione tra adolescenti e smartphone è Common Sense, organizzazione no-profit statunitense di San Francisco (California).
Per molti, ma non per tutti
Dall’indagine condotta su oltre mille adolescenti di 13-17 anni nel mondo emerge che per più della metà dei ragazzi gli smartphone rappresentano una fonte di distrazione durante lo studio (57%) o nelle interazioni dal vivo con altre persone (54%); il 44% degli intervistati, invece, si sente frustrato se, quando è in loro compagnia, gli amici rispondono al telefono.
Facebook in caduta libera
Dal 2012, anno della precedente rilevazione, è calata la percentuale di ragazzi che privilegia l’interazione di persona: dal 49% di allora è scesa al 32% di oggi, con l’uso della chat come modalità di comunicazione preferita. Quanto ai social, il 70% ammette di consultarli molte volte al giorno: il 44% preferisce Snapchat, mentre Facebook è in netta discesa: solo il 15% dei ragazzi lo ritiene il social preferito contro il 68% del 2012.
Nuovi disturbi
Il legame eccessivo con il proprio smartphone in alcuni casi può portare all’insorgenza di nuovi disturbi. Secondo un’indagine effettuata in Italia dall’Osservatorio nazionale adolescenza, che svolge ricerche su ragazzi di scuole medie e superiori, 8 adolescenti su 10 soffrono di nomofobia (no-mobile-phone), ovvero eccessiva paura o terrore all’idea di rimanere senza telefono o senza connessione internet, mentre per sei adolescenti su dieci è ormai d’abitudine il vamping, cioè la pratica di trascorrere molte ore notturne sui social con conseguente perdita di sonno.