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È risaputo che la maggior parte dei giovani, anche pre-adolescenti, abbia ormai un rapporto simbiotico con la tecnologia e faccia un utilizzo eccessivo e compulsivo degli apparecchi digitali. Spesso non riuscendo a staccarsene nemmeno durante i pasti. L’impiego di smartphone, tablet e videogiochi portatili sembra, infatti, aver invaso anche la cucina, condizionando in modo preoccupante le abitudini della famiglia a pranzo e a cena. Ma l’uso di smartphone e tablet anche a tavola espone a disturbi alimentari. Per indagare sul comportamento dei ragazzi italiani la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute ha avviato, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi della Regione Lazio, il progetto Nuove tecnologie e stili alimentari.
Indagini nelle scuole
Per eseguire la ricerca sono state condotte delle indagini in alcune scuole del Lazio con l’obiettivo di individuare e analizzare le possibili correlazioni tra l’uso delle tecnologie e il comportamento alimentare gli 11 e i 15 anni. È emerso che l’uso di smartphone e tablet anche a tavola espone a disturbi alimentari. Una vera e propria immersione nel mondo digitale anche durante i pasti toglie, infatti, attenzione verso ciò che viene consumato.
I rischi più probabili
In particolare sono tre i possibili rischi cui i giovani possono andare incontro: il primo è nutritivo, perché i ragazzi si alimentano in maniera inconsapevole e disordinata, favorendo problemi come cattiva digestione, gonfiori addominali e obesità; il secondo rischio è di tipo sociale, in quanto si isolano proprio durante il pasto che dovrebbe rappresentare un momento di dialogo, relazione e condivisione; il terzo, infine, è di tipo comportamentale, poiché aumentano le probabilità di diventare sempre più dipendenti da Internet e dalla tecnologia. L’uso di smartphone e tablet anche a tavola espone, dunque, a disturbi alimentari. Attraverso questo progetto, avviato in collaborazione tra il dicastero e gli psicologi, si intende anche studiare e comprendere le motivazioni degli adolescenti nell’utilizzo delle nuove tecnologie e la qualità della socializzazione, gli atteggiamenti dei genitori nei confronti di questo fenomeno in crescita, e anche il tempo effettivo trascorso dai ragazzi nel loro utilizzo.