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Stop all’utilizzo delle sigarette elettroniche nelle scuole. E ancora, precauzioni per l’utilizzo delle sigarette elettroniche fra i giovani e le categorie a rischio come le donne in gravidanza: sarebbe questo il parere del Consiglio superiore di sanità (Css), appena trasmesso al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Vietata anche, come già accade per le sigarette tradizionali, la pubblicità.
Parere non vincolante
Le conclusioni degli esperti del Css però non hanno un valore vincolante; tuttavia il ministero della Salute potrebbe tramutarle in un divieto.
Difendere le categorie a rischio
Il parere, sviluppato in 5 pagine di valutazioni sulla base delle conoscenze e degli studi scientifici disponibili, evidenzia la necessità di intervenire a difesa di alcune categorie più a rischio, come appunto i giovani e le donne di gravidanza. E di non consentire comportamenti che inducano i giovani al tabagismo.
Ci sono rischi da fumo passivo
Il divieto, o la limitazione, delle sigarette elettroniche nelle scuole nascerebbe poi dall’esigenza di non escludere i rischi da fumo passivo.
Né sicure né sane
Il Css si sarebbe, così, allineato alle decisioni appena prese in Francia, dove il ministero della Sanità ha vietato l’uso delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici. Inoltre, ha istituito un sistema di autorizzazioni per la vendita dopo la diffusione di uno studio effettuato da un docente di pneumologia dell’Università Pierre et Marie Curie di Parigi, secondo il quale la sigaretta elettronica non è completamente sicura e sana. Per gli esperti francesi, infatti, è pur sempre fumare: quindi bisogna applicare le stesse misure adottate per il tabacco, tra cui il divieto nei luoghi pubblici. In ogni caso, secondo i dati diffusi nel corso della Giornata Mondiale anti-tabacco, in Italia ben 500 mila italiani sono passati alla sigaretta elettronica, ma solo il 10% è riuscito a smettere di fumare.