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I giovani maschi italiani sono più insicuri e problematici di quello che potrebbe sembrare. Ciò è evidente in tema di sesso e sessualità, soprattutto per quanto riguarda le misure del loro organo sessuale, che vivono come inadeguate. Manca, infatti, il dialogo e il confronto con la figura paterna e rimane solo la rete…
Se il modello è il pornostar
I problemi maggiori sono legati alle misure, con dipendenza da internet e modelli di riferimento spesso errati, come gli attori di film a luci rosse. Il tutto porta a un forte senso di inadeguatezza, non realistico. È la cosiddetta dismorfopenofobia, che affligge addirittura il 17% dei 20enni italiani. Si tratta di ragazzi ossessionati dalle misure, terrorizzati dal sentirsi inadeguati, incontinua ricerca di confronti in cui si vedono, anche erroneamente, perdenti. Internet si rivela sovente valvola di sfogo e fonte di sesso facile e informazioni errate. I ragazzi non mancano di confrontarsi erroneamente con attori pornografici, finendo così per sminuirsi oltremodo e azzerando la propria autostima in tema di prestazioni e misure.
Mancanza di controlli da specialisti
A disegnare questa preoccupante realtà è l’urologo Vincenzo Mirone in merito ai risultati emersi dalla campagna #Controllati2017. Condotta dalla Società italiana di Urologia con il supporto non vincolante di Menarini, l’indagine ha concentrato l’attenzione sugli under 50 e sul rischio di andare incontro ai primi problemi di prostata, ma ha svelato molto altro, come i problemi dei ragazzi. La ricerca ha evidenziato la mancanza totale di comunicazione e informazione sul sesso con cui i ragazzi sono costretti a convivere. La sospensione del servizio di leva obbligatorio è vista da Mirone come un turning point in tema di prevenzione. Con la leva, infatti, i giovani maschi avevano la possibilità di sottoporsi a controlli approfonditi. Oggi non è più così e sono pochissimi i ragazzi che si rivolgono all’urologo per un consiglio o per un controllo.
Padri assenti
“Manca la figura del padre, non c’è la consuetudine di parlare di argomenti intimi con i figli maschi. Il rapporto padre-figlio è un buco nero” spiega ancora Morone. Per le femmine è diverso. Grazie alla figura materna e a regolari visite ginecologiche, le ragazze affrontano in modo più conscio e controllato la propria sessualità. I ragazzi vengono invece spesso abbandonati a se stessi. Con padri assenti, tabù e la mancanza di educazione sessuale a scuola, i giovani maschi crescono in un universo costellato di incertezze e modelli spesso sbagliati e poco aderenti alla realtà, come quello che si trova in Internet.
Rischio baby gang
Questa mancanza di informazione e gli errati stimoli che arrivano da Internet portano anche a estendere il problema al modo in cui i giovani maschi intendono il rapporto di coppia. Troppo spesso si assiste alla nascita di baby-gang. Questo fenomeno è legato a un senso di rabbia repressa che i ragazzi sfogano facendo branco. La relazione con le coetanee può diventare così una necessità distorta di controllo e dominio, sovente anche sessuale.