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In Italia nascono sempre meno bambini. Oltre alle conseguenze più ovvie, come invecchiamento della popolazione e mancato ricambio generazionale, ce ne sono anche molte altre più “nascoste”. A partire da quelle sulla scuola dell’obbligo. Se il trend non cambierà, infatti, il numero degli alunni diminuirà sempre più, mentre quello degli insegnanti senza lavoro aumenterà. Ma questo potrebbe favorire anche cambiamenti positivi.
Nel 2020, 60 mila iscrizioni in meno
Secondo le stime, considerati i tassi di natalità attuali, nei prossimi anni le iscrizioni alla scuola dell’obbligo subiranno un netto calo. Si prevede che nel 2020 ci saranno all’incirca 60 mila alunni in meno rispetto a oggi. Di conseguenza, anche il numero di classi e di insegnanti occupati diminuirà drasticamente. Di qui a sei anni è probabile che si avranno 2.200 classi in meno e 11.000 professori “liberi”. Con un rischio elevatissimo di spreco di risorse e denaro pubblico.
La proposta degli esperti
In realtà, evitare una dispersione delle risorse è possibile. Addirittura, anche migliorando il percorso formativo dei ragazzi. In che modo? “Invece di parlare solo di insegnanti, supplenze e precariato, fra le ottimizzazioni possibili delle risorse sarebbe il caso di pensare ai ragazzi, al loro sviluppo e alla loro salute. La maggior disponibilità di insegnanti potrebbe dunque essere impegnata a favore degli alunni estendendo l’obbligo scolastico a 18 anni” ha spiegato Italo Farnetani, pediatra a Milano.
A 16 anni i ragazzi sono ancora immaturi
In effetti, attualmente la scuola dell’obbligo termina a 16 anni. Se è vero che molti ragazzi decidono di proseguire comunque l’iter di studi, è anche vero che un numero considerevole preferisce cercare lavoro, magari perché demoralizzato da una bocciatura. Secondo i dati ufficiali, al momento sono 300 mila i giovani di età compresa fra i 17 e i 18 anni che non vanno a scuola. Gli esperti sostengono che a 16 anni un adolescente non sia ancora adatto al lavoro, in quanto si sta ancora formando sia dal punto di vista fisico sia da quello cognitivo e psicologico. In quest’ottica allungare l’obbligo scolastico di due anni comporterebbe molti vantaggi per la crescita e la salute dei ragazzi.
Vantaggi per tutti
Allungare di due anni la scuola dell’obbligo porterebbe vantaggi per tutti: per lo Stato, gli insegnanti e soprattutto i ragazzi. “La priorità della scuola, proprio nell’interesse degli alunni, sarebbe quella di innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni, e allo stesso tempo combattere la dispersione scolastica, che è anche uno strumento di lotta al lavoro minorile. Insomma per crescere bene il messaggio è: tutti a scuola” conclude l’esperto.