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I “rave party” vengono di solito considerati come eventi ad alto rischio per i giovani, principalmente per via delle droghe che vengono assunte dai partecipanti, prima fra tutte la cosiddetta ecstasy (Mdma, nella denominazione chimica). Ma, anche senza l’utilizzo di droghe, le particolari condizioni ambientali che si verificano durante un evento del genere, sono capaci di creare disfunzioni neurologiche simili a quelle provocate dall’ecstasy stessa.
Gli effetti sul cervello
I ricercatori del laboratorio di Neurofarmacologia, dipartimento di Patologia molecolare Ircca Neuromed di Pozzilli (Isernia), hanno pubblicato il risultato di una loro ricerca sulla rivista scientifica internazionale Pharmacological Research. I ricercatori dell’Istituto molisano hanno esaminato gli effetti sul comportamento e sul cervello indotti dall’esposizione a condizioni ambientali tipiche di un “rave”: sovraffollamento, musica techno ad alto volume e forti luci intermittenti. Si sono chiesti se anche le condizioni esterne tipiche di quegli eventi particolarmente stressanti potessero avere, indipendentemente dalle droghe, un qualche effetto neurologico. Ed è proprio quello che hanno trovato: i topi sottoposti a una situazione di stress analoga a quella di un “rave” presentavano alterazioni nelle capacità di apprendimento e memoria.
La proteina Tau
Sono state riscontrate alterazioni comportamentali e neurochimiche simili a quelle che si verificano dopo l’assunzione di Mdma. A essere colpita, in particolare, è la proteina Tau, un componente critico della struttura cellulare dei neuroni. Gli effetti, come nel caso dell’ecstasy, erano principalmente a carico dell’ippocampo; si tratta di caratteristiche simili a quelle che si riscontrano nella malattia di Alzheimer. Le alterazioni del comportamento e gli effetti neurochimici osservati negli animali esposti allo stress multifattoriale erano transitorie, ma non brevi: il picco delle alterazioni si aveva trentasei ore dopo l’inizio delle stimolazioni stressanti.