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Le regole del web esistono per proteggere le parti più deboli, la loro privacy e, di conseguenza, anche la loro incolumità. Ma queste regole vengono aggirate a causa dello stretto rapporto esistente tra adolescenti e social. Infatti, sono sempre di più i ragazzi social che si fingono maggiorenni per poter accedere ai network in tutta libertà. Farlo è facile e, quindi, adolescenti e social diventano una realtà coesiva difficile da espugnare per gli adulti e per chi cerca di tutelarne la sicurezza.
Un adolescente su quattro
L’esistenza di un allarmante rapporto senza regole tra adolescenti e social network è stato confermato anche dall’indagine “adolescenza e Socialità”, condotta dalla Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima) e dall’Associazione laboratorio adolescenza. Secondo i dati raccolti, un adolescente su quattro dichiara di essere maggiorenne pur sapendo bene di mentire. Questo dato può non preoccupare eccessivamente, ma a torto. Infatti, aggirare il vincolo della maggiore età è troppo semplice e consente anche a ragazzini molto piccoli di accedere a contenuti decisamente adulti e a interazioni anche potenzialmente pericolose.
Finti maggiorenni, ma già informati
Sempre secondo il suddetto studio, la categoria che utilizza di più i social network è proprio quella dei ragazzini più piccoli, non maggiorenni ma che si fingono tali. I ragazzi in questione, però, non sono disinformati riguardo alle normative di accesso ai social e alla privacy. Anzi, sono sempre più informati sia a casa, sia a scuola. Ma senza conseguenze positive poi all’atto pratico dell’uso dello strumento. Dunque, sanno ma non si curano dell’importanza di ciò che conoscono e dei pericoli esistenti.
Snapchat e Instagram i più ricercati
Quali sono i social network più amati dai finti maggiorenni? Al primo posto troviamo Snapchat e Instagram: entrambi i social si basano sulla condivisione di immagini, che possono essere salvate e fatte “girare” in rete pressoché ovunque e tra chiunque. Spesso, gli adolescenti creano anche profili pubblici con nickname irrintracciabili dai genitori. Noncuranti del fatto che il web straripi di cattive intenzioni e che l’immagine vada protetta così come le informazioni sensibili (localizzazione, tag), che troppo spesso i ragazzi inseriscono senza immaginare le conseguenze.
Informare sui drammatici casi di cronaca
Cosa fare, quindi, per tutelare privacy e sicurezza dei minorenni sui social network? Forse introdurre paletti più difficili da aggirare ma anche continuare a educare sulle conseguenze più serie che possono derivare da questo tipo di comportamento. Portando anche casi di cronaca recente e drammatica nelle aule di scuola, come le storie di cyberbullismo dagli esiti tragici.