Argomenti trattati
Parlare di prevenzione dei tumori è difficile per gli adulti, immaginarsi per i ragazzi. Eppure, la salute viene tutelata solo attraverso una corretta informazione e mettendo in pratica delle sane abitudini quotidiane che, soprattutto, i più giovani ignorano.
Si perde tempo prezioso
Secondo i dati di un’indagine della fondazione Veronesi si perde tempo trascurando il proprio benessere. Riguardo al mettere in pratica la prevenzione dei tumori, per esempio, i nostri ragazzi non sanno cosa fare. Ancora peggio, in presenza di segni preoccupanti (un gonfiore, un nodulo, una macchia, così come un dimagrimento eccessivo o la stanchezza cronica) il 22%, quasi uno su quattro, “aspetta una risoluzione”, senza parlarne con i genitori e perdendo, dunque, tempo prezioso per identificare un problema, a volte grave.
Sane abitudini, queste sconosciute
L’informazione e la diagnosi precoce sono i primi strumenti per combattere il tumore. Il 53% degli studenti di scuola superiore non attua delle abitudini di vita corrette di prevenzione dei tumori. Il 78% dei ragazzi sotto i 19 anni non sa che si devono consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno; il 32% degli studenti è convinto che le sigarette light non siano molto pericolose per la salute; per il 54% dei giovani le lampade solari rappresentano un modo per migliorare la resistenza al sole e un rimedio contro le scottature. Il 40% pensa, addirittura, che praticare dello sport sia causa di stress. Si tratta dei risultati sconfortanti del quiz “Quanto conosci le regole del benessere”, cui hanno partecipato 10.547 giovani, per la campagna “Non fare autogol”, dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), realizzata per spiegare ai ragazzi i corretti stili di vita.
Iniziare a scuola
“Abbiamo girato l’Italia incontrando gli studenti delle superiori – spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – perché la vera lotta al tumore deve iniziare sui banchi di scuola. Ben il 40% dei tumori è causato da scorretti stili di vita e fattori di rischio modificabili”. Nelle sei edizioni della campagna di informazione “abbiamo coinvolto quasi tremila istituti, dialogato con centinaia di docenti e dirigenti scolastici, migliaia di giovani e diffuso oltre un milione di opuscoli”.