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Le speranze di chi sognava di “studiare” durante il sonno sono spente: uno studio conferma il proverbio “chi dorme non piglia pesci”. E soprattutto non impara. Secondo la scienza, infatti, la cosiddetta ipnopedia, ovvero la capacità di imparare durante il riposo, resta un sogno impossibile.
Le prove della magnetoencelografia
A confermarlo è ora uno studio belga dell’Uni-Ulb Neurosciences Institute, pubblicato sulla rivista medica Scientific Reports. La ricerca, che ha coinvolto 26 volontari, ha esaminato sia il sonno della fase non Rem, quando si passa dal sonno leggero a quello più profondo, sia la fase di veglia. Durante il test ai partecipanti è stato presentato un flusso veloce di suoni in modo casuale oppure un insieme di suoni più precisi, adatti alla categorizzazione in tre tipologie differenti. Attraverso un esame particolare, la magnetoencefalografia, è emerso che i volontari erano in grado di ascoltare questi stimoli uditivi, ma non potevano categorizzarli in gruppi distinti. Da svegli, invece, questo compito era eseguito senza alcun problema.
Apprendimento notturno: sì o no?
Eppure una ricerca israeliana pubblicata tempo fa sulla rivista Nature Neuroscience, sosteneva che l’ ipnopedia è possibile. Gli studiosi del Weizmann Institute of Science avevano sottoposto i volontari durante la fase di riposo a suoni associati a odori più o meno gradevoli. Il giorno successivo, da svegli, i partecipanti avevano associato a ogni suono un tipo di respirazione diversa. Come accaduto durante il sonno, suoni che ricordavano l’odore di “pesce marcio” erano collegati a respiri brevi, mentre odori simili al profumo di shampoo erano correlati a respiri lunghi e intensi. In realtà, gli stessi scienziati israeliani avevano espresso i limiti dello studio: non tutto si può apprendere dormendo. Gli studenti sono avvisati…