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È vero che le esigenze di sonno sono molto personali, per cui ci sono persone che hanno bisogno di poco sonno per sentirsi bene e altre che necessitano di una lunga notte per poter recuperare, ma è anche vero che esiste un tempo minimo necessario per ricaricare le batterie. Specialmente nel caso di bambini e adolescenti. Durante la pubertà, servono almeno otto ore affinché mente e corpo si rigenerino. Peccato che solo il 25% dei ragazzi riesca a rispettare questo limite. La maggior parte dorme molto meno. Tutta colpa di un uso sconsiderato degli smartphone.
I numeri del fenomeno
Secondo i dati ufficiali, ben il 75% degli adolescenti non raggiunge la quota delle canoniche otto ore a notte consigliate dagli esperti. Addirittura, quasi tutti dormono meno di sei ore. Solamente il 3% dei giovani riesce ad avere un sonno di oltre nove ore. Un quadro poco confortante, che ha spinto gli psichiatri a lanciare un vero e proprio allarme. Il riposo notturno non è accessorio: si tratta di un fondamentale momento di rigenerazione, che serve sia al corpo sia alla mente per recuperare e rigenerarsi. In particolare, serve alla salute emotiva e cerebrale: infatti, è proprio durante la notte che il cervello riorganizza gli stimoli cui è stato sottoposto durante il giorno, elimina ciò che non è necessario, rielabora i vissuti, riprogramma le connessioni nervose. A maggior ragione nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, quando la sua plasticità e capacità di adattamento all’ambiente sono massime. Il poco sonno può quindi avere ripercussioni sulla salute, anche pesanti.
Gli smartphone ostacolano il sonno
Purtroppo il sonno della maggior parte degli adolescenti è disturbato dagli smartphone. Troppi ragazzi, infatti, utilizzano i dispositivi elettronici nelle ore serali, prima di andare a letto, quando invece ci si dovrebbe sottoporre solo a stimoli rilassanti. Ma telefoni&Co non sono pericolosi solo perché tengono continuamente all’erta. C’è anche un’altra ragione: la luce blu degli schermi ostacola la produzione della melatonina, l’ormone che regola il sonno. “Studi che hanno coinvolto oltre 100mila ragazzi hanno trovato una forte correlazione tra disturbi del sonno – poco sonno, scarsa qualità del sonno e eccessiva sonnolenza diurna – e utilizzo di smartphone e social network soprattutto nelle ore serali” ha confermato Claudio Mencacci, direttore del dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell’ASST FBF-Sacco di Milano. “L’insonnia agisce da detonatore, ampliando la vulnerabilità individuale a differenti patologie psichiche, tra cui patologie depressive, alterazioni dell’impulsività, utilizzo di sostanze”.