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Sentirsi puntare il dito come omosessuale è un attacco alla propria identità, forse già traballante, ma è talmente forte il colpo, che il suicidio diventa l’unica via di fuga per alcuni adolescenti. È proprio così: l’omofobia è la “molla” scatenante del suicidio nel 10% dei casi tra gli adolescenti. A dare la notizia sconcertante è la Società italiana di psichiatria (Sip), che punta il dito contro un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani, vale a dire il bullismo. E, del resto, i frequenti e recenti casi di cronaca ne sono la triste conferma.
Gesti estremi di chi è preso in giro
Secondo gli psichiatri in un momento di crescita così delicato come l’adolescenza, “ogni critica come l’omofobia viene vissuta come un giudizio globale, una sentenza definitiva. Ci si sente esclusi per sempre, espulsi dal gruppo dei pari. E questo, unitamente a un problema di sofferenza di fondo, e in una fase di maturazione sessuale, può condurre a gesti di impulsività acuta, compreso il suicidio”. E i dati parlano chiaro: il 15% degli under 18 che ha tentato il suicidio è stato vittima di bullismo.
Facebook e Messenger fanno da cassa di risonanza
Spesso gli episodi di bullismo avvengono all’interno di Messenger e Facebook e tanti – troppi – sono i ragazzi che si tolgono la vita proprio in seguito ad accuse di omofobia.
Attenzione ai campanelli d’allarme
Gli esperti indicano alcuni segnali rivelatori da non sottovalutare: l’isolamento del ragazzo, la creazione di gruppetti rigidi, la forte personalità di un alunno, l’osservazione delle dinamiche durante i momenti di ricreazione in classe.