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A un ragazzo su tre le malattie più comuni della tiroide vengono diagnosticate con uno-due anni di ritardo e il picco si manifesta verso i 12 anni, proprio in piena pubertà, quando alla ghiandola tiroidea si richiede un 30% in più della propria attività.
Ipotiroidismo per un neonato su mille
Tra i disturbi congeniti (presenti cioè fin dalla nascita), uno dei due più frequenti a carico della tiroide (l’ipotiroidismo) interessa circa un neonato ogni 1.000 bambini. Spiega Francesco Chiarelli, direttore della clinica pediatrica dell’Università di Chieti e presidente della Società europea di endocrinologia pediatrica: “Le due patologie tiroidee più frequenti sono la tiroidite di Hashimoto, disturbo su base autoimmune che consiste nella formazione di anticorpi contro la tiroide, e forme cliniche che vedono la comparsa di ipotiroidismo. In alcuni casi si può manifestare anche un ipertiroidismo”.
Conseguenze importanti per la salute
Le malattie della tiroide possono contribuire a determinare disturbi importanti. Continua Chiarelli: “Presentano un certo grado di comorbidità (ossia, presenza contemporanea nella stessa persona di più patologie che tra loro non hanno alcun nesso causale) con il diabete di tipo 1 e la celiachia. In presenza di sintomi, come stanchezza, sonnolenza, bradicardia o tachicardia, irritabilità e disturbi dell’umore è opportuno effettuare un dosaggio ormonale”.
Come si cura
La terapia dell’ipotiroidismo consiste in una supplementazione di ormone tiroideo, mentre per le forme di iperfunzione della tiroide si ricorre a farmaci anti-tiroidei come il “metimazolo”. Rimane, comunque, sempre opportuna una supplementazione di iodio attraverso il consumo di sale iodato