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Che i fumatori danneggiassero la propria salute, è cosa nota, ma ora spunta anche un’altra temibile malattia che potrebbe essere favorita dal fumo delle sigarette. Secondo una nuova ricerca, infatti, per chi fuma aumenta il rischio di sviluppare un’infezione a trasmissione sessuale come il papilloma virus umano orale di tipo 16, o HPV-16.
Rischio tumore
Il papilloma virus orale si ritiene essere responsabile dell’aumento dell’incidenza di tumori orofaringei a cellule squamose. Data l’alta incidenza, i ricercatori della School of Medicine presso la Baltimora Johns Hopkins University hanno voluto valutare l’associazione tra il numero auto-riferito di sigarette fumate al giorno e la prevalenza di HPV-16 orale nelle persone. L’analisi ha incluso 6.887 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey con più di 14 anni. Di questi, 2.012 (il 28,6%) erano correnti utilizzatori di tabacco e a 63 (l’1%) è stato rilevato l’HPV-16 orale.
Scoperto legame con il fumo
La presenza di questo virus era maggiore negli utilizzatori di tabacco attuali nella misura del 2,0% rispetto ai mai o ex consumatori di tabacco, con lo 0,6%. Nelle persone con infezione da HPV-16 orale i livelli medi di cotinina (un alcaloide del tabacco e metabolita della nicotina che si utilizza anche come biomarcatore per l’esposizione al fumo) e NNAL (un metabolita associato alle nitrosamine, noti agenti cancerogeni) erano più alti rispetto a coloro che non presentavano l’infezione.
Il caso di Michael Douglas
Del resto, c’è stato anche un caso famoso: il celebre attore americano Michael Douglas aveva dichiarato in un’intervista che il proprio tumore alla gola era stato causato dal sesso orale. La scienza confermò il legame. Oggi gli scienziati dell’ospedale americano di ricerca Johns Hopkins aggiungono un importante tassello al quadro, quando sostengono che esiste una forte associazione tra l’uso o l’esposizione al tabacco e l’infezione da papilloma virus umano orale, il virus a trasmissione sessuale responsabile di tumori della bocca e della gola. Il loro numero è aumentato del 225 per cento negli Stati Uniti nel corso degli ultimi due decenni.
Incriminata la cotinina
In pratica, quindi, è vero che è il virus sessualmente trasmesso a essere spesso alla base delle neoplasie che colpiscono l’orofaringe, ma è più facile che l’infezione avvenga nelle persone che hanno recentemente usato o sono state esposte al tabacco, indipendentemente dal loro comportamento sessuale, secondo gli autori del nuovo studio pubblicato sulla rivista Jama. Secondo gli scienziati, ogni aumento del livello ematico di cotinina, equivalente a tre sigarette al giorno, aumentava le probabilità di prevalenza dell’HPV16 del 31 per cento. Ogni livello crescente di NNAL (composto legato al fumo) rilevato nelle urine, l’equivalente di quattro sigarette al giorno, aumentava le probabilità di prevalenza dell’HPV16 del 68 per cento. I due eventi (fumo e infezione) possono considerarsi perciò fortemente associati.
L’invito è smettere di fumare
“Questi risultati possono fornire un ulteriore motivo per smettere di fumare e suggeriscono che quantità anche modeste di uso del tabacco sono associate a una maggiore prevalenza di HPV orale”, concludono gli autori. Che però ricordano che il fumo o altre forme di uso del tabacco non causano direttamente l’infezione e che i non fumatori possono comunque essere infettati dall’HPV16.