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Più li educhi e meno lo fanno. Si parla di bullismo on-line, un fenomeno che sta prendendo piede tra gli adolescenti che passano il tempo davanti al computer per cercare strategie di confronto e anche di scontro. Se qualcuno li mette a conoscenza del fenomeno però, alcuni ricercatori lo hanno dimostrato, il bullismo cibernetico lo praticano di meno. Vediamo il perché.
Lo studio internazionale
Questo è il resoconto di uno studio sulla prevenzione al bullismo cibernetico fatta da alcuni ricercatori di Taiwan pubblicato sulla rivista PloseOne. L’educazione dei ragazzi aiuta a prevenire casi di cyber-bullismo che possono portare anche a gesti estremi da parte di chi li subisce. Come il suicidio.
Due comportamenti diversi
“A Taiwan il cyber-bullismo rappresenta uno dei problemi più gravi tra bambini e adolescenti”, hanno spiegato i ricercatori. Lo studio pilota ha preso in esame due gruppi di studenti. Il primo gruppo, delle scuole medie superiori, è stato sottoposto a un’attività didattica chiamata “web quest” che ha avuto lo scopo di aiutare gli studenti a conoscere meglio il bullismo cybernetico. L’altro gruppo, di controllo, non è stato sottoposto ad alcuna attività.
L’educazione è la migliore prevenzione
Dai risultati è emerso che il gruppo sperimentale aveva una conoscenza più approfondita del cyber-bullismo e intenzioni diverse rispetto al gruppo di controllo. Secondo i ricercatori, quindi, il corso Web Quest può prevenire i casi di cyber-bullismo e quindi ridurre immediatamente ed efficacemente l’intenzione di colpire l’altro nel mondo virtuale. Il bullismo ha diversi effetti sociali, emotivi e sulla salute mentale. Si traduce in depressione, ansia individuale o sociale, aggressività, iperattività, disagio scolastico e problemi di condotta a scuola.
La vittima tipo del bullismo cibernetico
“La vittima del bullismo cibernetico si trova a combattere contro un avversario invisibile che lo insegue, lo aggredisce senza nessuna possibilità di difendersi” spiega la dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, associazione europea disturbi da attacchi di panico “Se già di fronte a un gruppo reale che ti beffeggia e ti perseguita è difficilissimo avere la capacità di rimanere stabili e sereni, di fronte a un aggressore occulto è praticamente impossibile. Le risposte – conclude la psicoterapeuta – sono purtroppo spesso di depressione, ansia, panico con danni importanti sulla qualità di vita e dell’umore della vittima”.