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Probabilmente le campagne informative condotte negli ultimi anni e gli allarmi lanciati dagli esperti hanno avuto gli effetti sperati. Rispetto al biennio 2009-2011, infatti, la percentuale di adolescenti dediti al gioco d’azzardo è diminuita, anche se resta ancora elevata. La buona notizia arriva dallo studio ESPAD Italia 2014, condotto dai ricercatori del Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr).
Un’indagine su oltre 30 mila ragazzi
L’indagine, che fa riferimento al 2014, ha riguardato oltre 30 mila studenti, iscritti a 405 istituti scolastici superiori localizzati in diverse zone d’Italia, di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Tutti sono stati invitati a rispondere a una serie di domande riguardanti le attività svolte nel tempo libero, in particolare l’abitudine o meno di scommettere, giocare a poker, a carte o alle slot, comprare gratta e vinci, puntare al lotto. Lo scopo era tracciare una fotografia il più precisa possibile del rapporto fra ragazzi italiani e gioco d’azzardo e confrontarla con quella scattata nel biennio 2009-2011.
Percentuali in calo
Dall’analisi dei risultati è emerso un dato confortante: rispetto a qualche anno prima, nel 2014 i ragazzi erano meno attratti dal gioco d’azzardo. Quelli che hanno giocato almeno una volta sono stati oltre 900 mila: moltissimi, ma comunque meno del milione e 100 mila degli anni compresi fra il 2009 e 2011. Una diminuzione di quasi 200 mila ragazzi, che fa ben sperare. Parlando in termini percentuali, la quota degli studenti-giocatori dipendenti si è ridotta dal 47% al 39%. Fra questi, a essere ritenuti a rischio o problematici dagli esperti erano poco più di 170 mila, ossia il 7% del totale, nel 2014 contro l’11% del 2009-2011.
Maschi più a rischio delle femminine
Per quanto riguarda le differenze fra i sessi, si è visto che i maschi sono più propensi al gioco d’azzardo rispetto alle femmine: fra i primi, il 49% gioca, mentre fra le seconde la percentuale scende al 30%. Anche l’età è un fattore determinante: a scommettere soldi sono soprattutto i maggiorenni. Del resto, la legge italiana vieta il gioco d’azzardo ai minorenni. Nonostante cioè, quasi un terzo dei 15enni ha provato almeno una volta.
Le iniziative nelle scuole servono
La situazione, comunque, è in miglioramento. “Sono risultati molto positivi. Il merito è da attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole superiori” hanno spiegato gli autori. In effetti, se nel 2008 gli istituti scolastici che hanno realizzato delle iniziative contro il gioco d’azzardo erano il 4% del totale, nel 2011 erano passati all’8% e nel 2014 al 16%. A questi si sommano gli effetti positivi ottenuti dalle campagne informative nazionali e dagli allarmi lanciati dagli esperti.