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Che sia a tavola, davanti alla tv, in bagno o a passeggio con mamma e papà, gli adolescenti digitali non si separano mai dallo smartphone; a volte sono così assorti da sembrare quasi imbambolati. E quando la madre chiede per l’ennesima volta “Cosa vuoi mangiare stasera?” la guardano con quell’aria di uno che si è appena svegliato da un bel sogno e rispondono “Ehhhh, cosa dicevi?”. No. Non lo fanno di proposito. A loro manca ancora il cosiddetto “multitasking”, ovvero la capacità di fare o pensare più cose contemporaneamente. Quindi, se sono concentrati a leggere l’ultimo post su facebook o twitter con lo smartphone non potranno, di certo, ascoltare la mamma!
Non ancora multitasking
È quanto sostengono i ricercatori dell’University college London instituter of cognitive neuroscience, chev hanno dimostrato che il multitasking, ossia l’abilità di fare più cose nello stesso momento, si acquisisce con l’età. Per giungere a questa conclusione è stato fatto un esperimento su due gruppi di giovani. Un gruppo composto da adolescenti tra undici e diciassette anni e un altro di donne tra i 22 e 30 anni. Le ragazze sono state sottoposte a esercizi mnemonici, che consistevano, sostanzialmente, nel ricordare dei numeri mentre venivano distratte da diversi oggetti. È risultato fuori che le giovani adulte sono riuscite a concludere meglio il test rispetto ai ragazzi più giovani.
Alcune funzioni cerebrali si sviluppano da adulti
Che il periodo dell’adolescenza sia complicato per il difficile rapporto genitori-figli è cosa risaputa. Altra cosa è il fatto che i ragazzi, a volte, sembrano estraniarsi nell’uso di smartphone, tablet e pc e che, al richiamo dei genitori spazientiti, danno l’impressione di essere in un altro mondo e non comprendere quello che si sta dicendo. Ma, secondo lo studio, gli adolescenti non riuscirebbero a raccogliere input diversi per funzioni cerebrali non completamente sviluppate per farlo.
Meno abili a compiere attività differenti
“Le situazioni multitasking che gli adulti riescono ad affrontare in modo efficace possono in realtà essere troppo difficili da gestire per molti adolescenti – spiega Kathryn Mills, autrice della ricerca -. Questo spiega il motivo per cui questi ultimi sono meno abili a compiere attività differenti quando hanno già un compito cognitivo da svolgere e possono quindi accusare un deficit nella prestazione”.