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Alla voce fumo, l’Annuario Istat 2016 conferma il trend avviato lo scorso anno: fumatori in crescita. Se nel 2015 l’incremento era dello 0,1%, quest’anno la percentuale è salita di un ulteriore 0,2%, interessando il 19,8% della popolazione over 14. In pratica, fuma una persona su cinque. Un incremento dello 0,3% in due anni che deve far riflettere, soprattutto dopo anni di calo. Nel 2011 i fumatori erano il 22,3% della popolazione, contro il 19,5% del 2014. Quasi tre punti percentuali che rischiano di essere azzerati in breve tempo se non si attuano strategie valide per prevenire il consumo di sigarette e tabacco.
Il fumo e i giovani
Come dimostrato dall’Osservatorio nazionale fumo, i fumatori in crescita sono soprattutto tra i giovani. I dati dell’Annuario Istat corroborano queste argomentazioni rivelando significative peculiarità sul tema. Se per i maschi le percentuali risultano essenzialmente invariate rispetto allo scorso anno, per le ragazze la situazione pare essere più complessa. A fronte di un calo significativo del numero di fumatrici tra gli 11 e i 14 anni (dal 4,1% del 2015 allo 0,7% del 2016), le fasce appena superiori rivelano percentuali di incremento tra le più significative dell’intera indagine. I dati 2016 per le fasce 15-17 e 18-19 fanno segnare rispettivamente un +1,4% (dal 6,9% all’8,3%) e un +4,3% (dal 12,1% al 16,4%). Di contro, proprio tra 18-19 anni gli uomini hanno rivelato uno dei cali più significativi, con un -2%, secondo solo al -2.8% dei fumatori uomini tra i 20 e i 24 anni. Il problema persiste e la poca informazione non aiuta i giovani a comprendere i reali rischi che si corrono accendendo una sigaretta.
Due sessi, due statistiche
Analizzando l’Annuario Istat, emergono altri dati interessanti e preoccupanti. Il 24,8%degli uomini fuma regolarmente, tra le donne il dato scende al 15,1%. La fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni è quella con la percentuale più alta: 26,3% (il 33,5% tra gli uomini, il 19,1% tra le donne). Le differenze tra i due sessi sono particolarmente marcate. I dati sembrano evidenziare come la necessità di fumo interessi gli uomini nella fase della vita (25-34) che può – per vari fattori – rivelarsi tra le più stressanti. Per le donne il dato più critico (20,4%) pare, invece, coincidere con l’età in cui i figli iniziano a essere più indipendenti.
Minime differenze territoriali
Sul fronte della distribuzione territoriale, i dati sul fumo in Italia si rivelano piuttosto in equilibrio con una percentuale maggiore di fumatori nelle zone del centro (20,7%). Il 18,2% nel Nord-est e il 19,1% nelle Isole aiutano ad abbassare la media nazionale. Le regioni con più fumatori sono la Campania (23,4%), l’Umbria (22,8%) e la Basilicata (21,5%), i cui valori si assestano ben al di sopra del dato nazionale. Le regioni in cui si fuma meno sono, invece, la Calabria (15,9%), il Veneto (16,2%) e la Puglia (17,6%).