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Condurre fin dall’adolescenza una vita poco regolata, trascurando attività fisica e corretta alimentazione, indulgendo nel consumo di alcol o non disdegnando il consumo più o meno occasionale di droghe può essere deleterio per la fertilità sia maschile sia femminile. È quanto emerge da un evento organizzato da FEA-Family Enrichment Association–Onlus in collaborazione con l’Istituto di Filosofia dell’Agire Scientifico e Tecnologico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Momento cruciale
L’adolescenza rappresenta il periodo in cui la propria identità genetica e il tipo di alimentazione influenzano di più l’adeguatezza del microbiota, l’insieme dei microrganismi che albergano nell’intestino. Da ciò la necessità di un’adeguata informazione per contrastare gli effetti di una pubblicità spesso martellante, riducendo l’utilizzo a volte eccessivo di conservanti o composti inappropriati per quello che oggi viene chiamato il cervello enterico. L’attività fisica, se regolare e ben proporzionata, rappresenta poi una risorsa fondamentale per un buon equilibrio metabolico e un adeguato sviluppo del sistema muscolo-scheletrico e vascolare.
Le regole salva-fertilità
In generale le raccomandazioni alimentari a favore della fertilità sono: evitare i grassi saturi, preferire pane, pasta e riso integrali, assumere proteine vegetali, puntare su prodotti stagionali e prevedere l’assunzione regolare di frutta e verdura. Sul fronte maschile viene raccomandata l’assunzione di antiossidanti – come ciliegie, cioccolato fondente, carote e tè verde – che permettono di combattere lo stress ossidativo determinato da colesterolo, diabete, fumo, che può danneggiare il processo di spermatogenesi, ovvero la produzione di spermatozoi.
Comportamenti a rischio
Oltre all’alimentazione scorretta, anche l’alcol e il fumo hanno precise ricadute sulla fertilità e risultano associati a comportamenti sessuali a rischio. L’alcol modifica la produzione di ormoni e non favorisce le prestazioni sessuali, mentre le droghe, da quelle considerate meno pericolose a quelle riconosciute come più dannose, possono produrre una riduzione diretta o indiretta delle capacità riproduttive.