Disturbi alimentari negli adolescenti? Crescono i casi dopo la pandemia

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 26/04/2022 Aggiornato il 26/04/2022

Nei mesi di lockdown a causa del Covid-19, i disturbi alimentari negli adolescenti sono aumentati. Quando è bene rivolgersi a centri specializzati per aiutarli

Disturbi alimentari negli adolescenti? Crescono i casi dopo la pandemia

I disturbi alimentari negli adolescenti un tempo erano prerogativa soprattutto delle ragazze e, comunque, erano meno frequenti rispetto a oggi. Secondo gli esperti, infatti, attualmente problemi come anoressia e bulimia riguardano anche i maschi, anche se la prevalenza resta femminile. Inoltre è sempre più precoce l’età in cui questi problemi si presentano.

Quanto sono diffusi i disturbi alimentari negli adolescenti?

Gli esperti hanno notato che, purtroppo, i disturbi alimentari negli adolescenti sono aumentati durante il periodo pandemico. Secondo le stime dell’Istituto superiore di Sanità si rivolgono ai Centri specializzati esaminati dall’Istituto quasi 9.000 giovani, soprattutto di sesso femminile (il 90%), ma non mancano i maschi, anche se rappresentano solo il 10%.
Il 58% degli utenti ha tra i 13 e i 25 anni, il 7% meno di 12 anni. Il disturbo più frequente è l’anoressia nervosa con il 36,2% dei casi, segue la bulimia nervosa con il 17,9% e infine compare il disturbo di binge eating nel 12,4%. I dati riscontrano anche un abbassamento dell’età di esordio: il 30% della popolazione ammalata ha meno di 14 anni e c’è una maggiore diffusione nella popolazione maschile rispetto a prima.

Perché compaiono i disturbi alimentari?

I disturbi alimentari negli adolescenti non sono semplicemente legati a una questione estetica. Le cause nascono un profondo disagio psicologico, legato all’accettazione di sé, all’autostima, al bisogno di affetto. È importante non sottovalutare alcuni segnali che potrebbero in apparenza passare per normali atteggiamenti adolescenziali.
Gli esperti avvertono di prestare attenzione agli sbalzi improvvisi di umore, a rinunce a tavola, a ossessione per il peso e l’aspetto fisico. È bene, in questi casi, parlarne con il medico, che potrà suggerire di rivolgersi a uno dei centri specializzati nella diagnosi e nella cura di questi problemi.
Si tratta di disturbi complessi, che possono minare la salute fisica e psicologica in una fase delicata come l’adolescenza. I centri specializzati presenti sul territorio aiutano a creare una rete sanitaria e sociale, per i ragazzi e per le loro famiglie, escludendo che il dimagrimento improvviso o l’aumento di peso siano legati a malattie come alterazioni della tiroide o disturbi dell’assorbimento intestinale.

Perché i disturbi alimentari negli adolescenti sono aumentati?

Secondo gli esperti, durante la pandemia le persone che soffrivano di un disturbo alimentare sono andate incontro a un peggioramento. L’isolamento sociale, l’impossibilità di vedere i coetanei, la didattica a distanza e una socializzazione ridotta al web hanno creato o aumentato la sensazione di disagio.
In molti casi i giovanissimi e le loro famiglie non hanno compreso la serietà del problema e hanno aspettato mesi per il ricovero, aumentando il rischio di cronicizzazione o ricadute.  I dati più recenti, infatti, confermano un aumento dei disturbi alimentari negli adolescenti di quasi il 40% rispetto al 2019: nel primo semestre 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019. E si tratta di dati sottostimati perché un’ampia percentuale dei malati non arriva alle cure.

 

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Quali sono i disturbi alimentari nell’adolescenza?

Il più frequente è l’anoressia nervosa, che consiste nel privarsi progressivamente del cibo, incorrendo in un dimagrimento preoccupante che si accompagna anche a problemi fisici, per esempio la scomparsa delle mestruazioni. Segue la bulimia nervosa: l’adolescente si abbuffa di enormi quantità di cibo per compensare il suo malessere e rischia l’obesità. Talvolta si auto-provoca il vomito. Seguono il binge eating, ossia la periodica alimentazione incontrollata e l’obesità.

Come aiutare una persona che soffre di disturbi alimentari?

La famiglia non può farcela da sola. Occorrono professionisti come quelli che lavorano nei centri specializzati. In Italia sono più di mille i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati: soprattutto psicologi (21%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). È essenziale rivolgersi a loro ed essere disponibile a farsi seguire.

 

 

Fonti / Bibliografia

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