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In Italia, il diabete di tipo 1 colpisce 20.000 bambini e 5.000 adolescenti. Sempre più spesso, poi, il diabete giovanile compare proprio durante l’adolescenza, a causa delle tempeste ormonali tipiche della pubertà che inducono un’insulino-resistenza e valori di glicemia alterati.
Problemi di gestione
L’adolescenza rappresenta quasi sempre un momento critico per la gestione del diabete che prevede la somministrazione di insulina, l’attenzione al valore della glicemia un’alimentazione controllata e l’esercizio fisico, al punto che in oltre un caso su due è proprio durante l’adolescenza che si osserva un peggioramento del compenso metabolico, un fattore di rischio per episodi di ipoglicemia e chetoacidosi. Questo pericolo è riconducibile non solo a fattori fisici come i cambiamenti ormonali, ma anche al minor coinvolgimento dei genitori nella gestione della malattia, alla minore adesione alle regole della terapia e all’assunzione di atteggiamenti di sfida tipici dell’adolescenza.
L’allarme dei pediatri
È quanto emerso da un un simposio dedicato all’adolescente con diabete al congresso della SIP, Società italiana di pediatria. Gli specialisti italiani si sono confrontati sulla gestione del diabete di tipo 1 negli adolescenti perché diversi sono stati i casi “sospetti” osservati negli ultimi anni. I comportamenti da tenere d’occhio, avvertono gli specialisti, viaggiano a braccetto con i disturbi del comportamento alimentare. Nello specifico: la riduzione del dosaggio della terapia insulinica al fine di perdere peso.
In Italia la situazione è migliore che altrove
Nonostante questi dati in Italia vi è una buona gestione del diabete di tipo 1, rispetto anche ad altre realtà come gli Stati Uniti. Il nostro Paese infatti si colloca al primo posto nel mondo con il minor numero di bambini e adolescenti con diabete in cattivo controllo metabolico con un valore chiave, quello di emoglobina glicosilata (HbA1c).