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Ricercatori americani hanno scoperto che nella pelle delle rane potrebbe nascondersi il segreto per curare il diabete giovanile o diabete di tipo uno, potendo così evitare di iniettare insulina al bisogno. Servono ancora ricerche più approfondite ma si aprono nuove frontiere di cura.
Una grave malattia autoimmune
Il diabete giovanile o di tipo uno è una malattia autoimmune cronica, che non ha ancora una cura definitiva, e costringe quindi i malati all’utilizzo di iniezioni di insulina al bisogno per tutta la vita. Per ragioni ancora poco chiare, legate probabilmente a predisposizione genetica, all’improvviso il sistema immunitario, cioè di difesa da agenti esterni, della persona che ne viene colpita va in tilt e attacca e distrugge le cellule beta (quelle deputate alla produzione di insulina) del pancreas, una ghiandola. Questo provoca la drastica riduzione dell’ormone nel sangue e costringe il malato a frequenti iniezioni di insulina per regolarizzare la glicemia.
La cura dalla pelle delle rane
Uno studio condotto dallo Sanford-Burnham Medical research Institute in California e pubblicato sulla rivista scientifica Cell Death and Disease ha permesso l’identificazione sulla pelle delle rane di una sostanza detta “ceruleina”, che sarebbe in grado di curare il diabete giovanile stimolando il pancreas a produrre nuove cellule beta perfettamente funzionanti.
Iniezioni alternative
I ricercatori hanno iniettato la molecola sia in animali diabetici sia in campioni di pancreas di pazienti in provetta: in entrambe i casi la semplice somministrazione di una dose di ceruleina ha attivato la trasformazione di alcune cellule del pancreas in cellule beta e ha avuto come conseguenza un aumento della produzione di insulina.
Una nuova terapia
Una volta che si sarà compreso il meccanismo d’azione della ceruleina e si sarà riusciti a sviluppare un composto con lo stesso tipo d’azione del pancreas, gli esperti confermano che si potrebbe aprire una nuova strada per creare una terapia mirata per combattere e curare il diabete giovanile.
Malattia in aumento
In Italia le persone affette da questa patologia sono circa 300.000 ma l’incidenza della malattia è in aumento in tutto il mondo, anche tra i bambini. Le cause sono ancora sconosciute ma si ipotizza che dipenda dai cambiamenti ambientali che aumentano la suscettibilità genetica nei soggetti predisposti. In ogni caso, servono sempre nuove cure, per evitare la “schiavitù” delle iniezioni giornaliere.