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L’anoressia nervosa sta diventando una vera e propria piega sanitaria e sociale. Non solo fra le ragazze, ma anche fra quelle che sono ancora delle bambine. Per questo si stanno moltiplicando le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. L’ultima in ordine di tempo ha acceso un ampio dibattito. Si tratta di una legge scritta da Michela Marzano, deputata del Pd, ma firmata da esponenti di tutte le forze politiche, che prevede pene altissime per chi inneggia alla magrezza.
Che cosa dice la legge
Il testo è stato approvato in Parlamento già da qualche settimana, ma le polemiche non accennano a diminuire. Il primo articolo prevede l’applicazione del reato di “istigazione al suicidio”, previsto dall’articolo 580 del codice penale, nei confronti di chi gestisce o pubblicizza quei siti dove ragazze anoressiche o comunque molto magre si scambiano suggerimenti per mangiare e ingrassare sempre meno. Gli altri due articoli della legge, invece, riguardano l’istituzione di fondi per la prevenzione e la cura dell’anoressia nervosa e degli altri disturbi alimentari.
Molti blog e portali di anoressiche
In effetti, esistono moltissimi blog e portali seguiti da giovani anoressiche, in cui si parla di diete, di perdita di peso e di calorie. E soprattutto si scambiano idee e consigli sui metodi più o meno sani che si possono adottare per dimagrire – inclusi farmaci, vomito indotto, digiuni – su come ingannare i genitori e non cedere alla loro preoccupazione, su come bruciare il più possibile. In questi luoghi, inoltre, le ragazze si sostengono a vicenda, incoraggiandosi a rinunciare al cibo e a perdere peso.
Favorevoli e contrari
Di qui la proposta di legge che sta dividendo gli esperti. C’è chi sostiene che punire in maniera così dura chi ospita o gestisce uno di questi siti non sia corretto, perché l’anoressia nervosa è un fenomeno talmente complesso che individuare dei responsabili è impossibile. Oltretutto, secondo i detrattori tali punizioni non servono a nulla, se non ad aumentare il clima di proibizionismo. Di contro, però, ci sono moltissimi favorevoli, convinti che i disturbi alimentari vadano combattuti in tutti i modi possibili. “Il messaggio della legge può sembrare estremo, ma da psichiatra lo appoggio pienamente, anzi ho raccolto le firme a favore. È chiaro che non sono questi siti a indurre la malattia, ma ho visto quanto è difficile curare chi li frequenta. Rinforzate ed esaltate dal gruppo, le ragazzine anoressiche diventano più aggressive, spesso impermeabili alle cure” ha dichiarato Armando Cotugno, psichiatra, responsabile del centro sui disturbi alimentari dell’Asl Roma E.