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I disturbi borderline sono sempre più diffusi tra i giovani. Spesso scambiati per carattere difficile, svogliatezza o mancanza di volontà sono, invece, sintomi forti di un disagio profondo.
Un mix devastante
Per disturbi bordeline si intende, infatti, un insieme di disturbi che si manifestano con instabilità emotiva, difficoltà nelle relazioni, abuso di droghe e di alcol, autolesionismo, eccessiva impulsività. Si tratta di un problema spesso difficile da diagnosticare per la mutevolezza di sentimenti opposti che presenta e che rende difficile il trattamento con un unico terapeuta.
Serve un approccio multidisciplinare
Per questo ultimamente si parla di affrontarlo con un approccio multiprofessionale facendo, cioè, ricorso a un’équipe terapeutica che offra ai pazienti borderline la possibilità di fare esperienza di una terapia variegata ma coerente. I sistemi di cura nazionali, però, non sono adeguatamente attrezzati per fornire una corretta psicoterapia. Si richiede, infatti, una formazione ben precisa da parte dei terapeuti e risorse di tempo notevoli.
Fin dall’adolescenza
A causa dell’elevata richiesta di prestazioni assistenziali che i disturbi borderline prevedono (ricoveri in reparti psichiatrici, utilizzo di servizi di pronto soccorso) e per la presenza di comportamenti di tipo impulsivo, idee parasuicidarie, abuso di sostanze e alterazione del comportamento alimentare, i disturbi borderline sono un problema psichiatrico piuttosto complesso. Le tipiche manifestazioni di questa patologia possono fare la loro comparsa fin dall’adolescenza ed esprimersi attraverso una varietà di situazioni e di contesti. Recenti studi scientifici, in contrapposizione alla tesi dell’immodificabilità della malattia, hanno evidenziato che più della metà dei pazienti va incontro a una remissione del disturbo nell’arco di alcuni anni. È importante, tuttavia, attivare tempestivamente trattamenti specifici.
Esperti riuniti a Brescia
Si è recentemente svolto un evento formativo presso l’IRCCS Centro San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli di Brescia che ha visto la partecipazione di numerosi esperti: psichiatri, neurologi, infermieri, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica e psicologi. Nell’incontro è emerso che, nonostante la gravità di questo disturbo, i Servizi sanitari sono spesso organizzati attorno a modelli assistenziali rivolti ai pazienti psicotici, mentre alla popolazione borderline si riservano solo trattamenti in urgenza.