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Se vostro figlio ha brutti voti a scuola, la colpa potrebbe non essere solamente del carattere un po’ svogliato o del cattivo rapporto con le insegnanti. Alla base potrebbe esserci anche un riposo notturno insufficiente. A suggerirlo è un recente studio condotto da un team di ricercatori svedesi, dell’Università di Uppsala.
Analizzati oltre 20 mila studenti
La ricerca ha coinvolto un campione molto ampio: in totale sono stati reclutati più di 20 mila ragazzi e giovani di età compresa fra i 12 e i 19 anni. Tutti sono stati invitati a rispondere a dei questionari sul proprio stile di vita, in particolare sulle ore dedicate al sonno, e sul proprio rendimento scolastico, per valutare i brutti voti a scuola. Per capire le performance dei giovani, gli autori hanno anche intervistato i loro insegnanti ed esaminato le loro pagelle. Lo scopo era chiarire se ci fosse una correlazione fra qualità del riposo notturno e comportamenti e brutti voti a scuola.
Con meno di 7 ore ci sono problemi
Dall’analisi dei risultati è emerso che il sonno può avere una forte influenza sulle performance degli alunni a scuola. In particolare, si è visto che i ragazzi che dormono meno di sette ore a notte rendono meno rispetto agli altri. Infatti, hanno voti inferiori, presentano maggiori difficoltà di apprendimento e, in generale, sono meno partecipi e attivi.
Sempre più i ragazzi insonni
Quella dimostrata dallo studio è una relazione da non sottovalutare. Infatti, purtroppo sono sempre di più i ragazzi che dormono poco la notte o sono insonni. “Un altro importante risultato del nostro studio è che circa il 30 per cento degli adolescenti ha riferito di avere regolarmente problemi di sonno. Osservazioni simili sono state fatte in altre coorti di adolescenti, a indicare che i problemi del sonno tra i teenager hanno raggiunto un livello epidemico nelle nostre società moderne” hanno confermato gli autori.
Il sonno è alleato della mente
Quanto scoperto in questo studio non dovrebbe stupire. Non solo perché ovviamente dormire poco fa sentire stanchi e poco reattivi di giorno. Ma anche perché occorre sapere che durante il sonno Rem (lo stadio delle fantasie e dei sogni), il cervello è in iper attività: rielabora le esperienze vissute durante la giornata e attiva i processi cognitivi. Ma per la memoria è importante anche il sonno non-Rem profondo, che serve a depositare le informazioni utili ed eliminare quelle non ritenute importanti. Se, dunque, il sonno è troppo scarso ne risente anche l’attività cerebrale in stato di veglia. Possono subentrare scarsa concentrazione, cali di memoria, difficoltà di rendimento nello studio o sul lavoro.