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Se un tempo esisteva l’ubriacatura, oggi c’è il binge drinking. Si tratta di un fenomeno tipico dell’adolescenza, che consiste nel bere grandi quantità di alcol in poco tempo, spesso senza mangiare. Un’abitudine recente, ma sempre più diffusa. La conferma arriva dalla “Relazione 2013 al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati”, pubblicata sul sito del ministero della Salute.
Un fenomeno abitudinario
L’indagine ha analizzato il consumo di alcol in Italia nel decennio 2002-2012. Tanti i dati raccolti. Innanzitutto, è emerso che il binge drinking è sempre più diffuso fra gli adolescenti. In molti casi non si tratta di un comportamento isolato, ma quasi di una prassi del fine settimana: sono moltissimi i ragazzi che trascorrono le serate in compagnia degli amici “abbuffandosi” di alcol in poco tempo.
In crescita i consumi fuori pasto
In generale, si è notato che è in forte crescita il numero di coloro che bevono alcol fuori pasto: in 10 anni si è passati da una percentuale del 23,1% a una del 26,9%. Questa abitudine riguarda in modo particolare i giovani: nella fascia d’età 18-24 anni, i consumatori di alcol fuori pasto sono passati dal 34,1% al 44%. Si è visto poi che i giovani e le donne tendono sempre meno a bere solo vino e birra. Al contrario, sono in aumento le persone che consumano anche aperitivi, amari e superalcolici.
Fanalino di coda in Europa
Gli esperti hanno spiegato che il consumo annuo pro capite di alcol puro è più basso in Italia rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, il fenomeno del binge drinking non va sottovalutato. Infatti, può esporre i ragazzi a una serie di conseguenze, mettendoli in pericolo, sia sul piano fisico sia su quello psicologico.