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L’anoressia, un disturbo del comportamento alimentare, non fa più alcuna distinzione di sesso, in quanto colpisce sia le ragazze sia i ragazzi. Ma quanto è conosciuto il problema? Quali sono le cause, i segnali di un disturbo che ha numeri importanti soprattutto tra gli adolescenti? Secondo gli esperti, infatti, spesso questa malattia viene confinata all’ambito del rapporto con il cibo e con il peso; altrettanto diffusa è la convinzione che il suo sintomo principale sia l’autoinduzione dello stimolo a vomitare. In realtà il problema è più complesso, così come è più complesso il quadro dei segnali che ne indicano la presenza.
Le forme dell’anoressia
Nella letteratura scientifica e medica esistono due forme di anoressia: quella “restrittiva”, il cui dimagrimento può essere perseguito attraverso una dieta ferrea che può arrivare fino al digiuno o spingendo l’attività fisica all’estremo. E poi ci sono le varianti “compulsive/liberatorie” che possono invece prevedere l’induzione del vomito o l’uso di lassativi o diuretici, sempre con l’obiettivo finale di perdere peso. Entrambi i casi dimostrano che il vomito non è un prerequisito imprescindibile dell’anoressia.
Cause di un disturbo “autodistruttivo”
Qualunque sia la sua manifestazione, le cause che provocono l’anoressia sono diverse. In primo luogo non è soltanto il rapporto con il cibo, ma esiste un disagio più profondo alla cui base possono esserci insicurezza, solitudine, il desiderio o la necessità di sentirsi perfetti, la sensazione di non riuscire a tenere tutto sotto controllo o la depressione. Queste cause danno vita a un comportamento autodistruttivo che danneggia il corpo, la mente e i rapporti sociali. “Cibo, dieta e aspetto fisico – spiegano gli esperti – hanno la precedenza su qualsiasi altro aspetto della vita, che si svuota di ogni altro significato”.
Attenzione ai campanelli d’allarme
Anche i segnali dell’anoressia sono diversi. Spesso chi soffre di questo disturbo si sente grasso, anche se non lo è nella realtà; nega la propria magrezza ed è ossessionato dall’aspetto fisico, finendo per mettersi a dieta anche se è già magro. “Già una perdita eccessiva di peso dovrebbe far insospettire – concludono gli esperti -, così come l’ossessione per la nutrizione, per esempio per il conteggio delle calorie, la tendenza a mentire riguardo al cibo e di rivolgere il pensiero proprio al cibo, mangiando in genere molto poco, ma passando magari molto tempo a cucinare per gli altri e ad accumulare ricette”.