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I disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia hanno un’origine precisa – il web – e a dimostrarlo è uno studio inglese che ha messo in evidenzia come internet sia in grado di incitare all’anoressia e alla bulimia gli adolescenti. Esiste, infatti, un linguaggio in codice molto usato nei blog che invita al dimagrimento. YouTube è il canale più usato.
Il codice che dilaga nel web
Secondo gli studiosi le abbreviazioni “ana” come anoressia e “mia” come bulimia sono le più usate, spesso accompagnate da una serie di indicazioni pratiche per calare di peso: dalle purghe al digiuno. Youtube è il canale più usato e pericoloso: ci sono centinaia di video che incoraggiano a mostrarsi sempre più sottili. E il problema coinvolge allo stesso modo i giovanissimi di sesso maschile.
Non abbassare la guardia
Gli esperti invitano i genitori a essere più vigili e spiegano che “i siti a rischio sono quelli che promuovono i disturbi alimentari come stile di vita”. Bocciati anche i blog sulla magrezza che riportano immagini di persone famose molto magre. Una delle raccomandazioni è quella di monitorare il peso dei figli oltre i vestiti: spesso chi soffre di anoressia o bulimia tende a nascondersi, vestendosi a strati. Altro punto importante è di non aspettare a chiedere aiuto agli psicologi e alle associazioni di aiuto.
La famiglia al centro
Conferma Andrea Vania, docente di pediatria alla Sapienza di Roma e consulente per la nutrizione della Società italiana di pediatria: “Il web può accentuare lo stato laddove già si è orientati verso questo tipo di problemi, ma può anche favorirne la presa di coscienza. I siti pro-ania e pro-mia vengono spesso denunciati in Italia e poi chiusi. Per tutelare i bambini e gli adolescenti resta di primaria importanza il buon rapporto con la famiglia: occorre tenere sempre un occhio vigile sul comportamento dei figli, su cosa cercano online”.