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Come si comportano i ragazzi e le ragazze nei confronti dell’amicizia? Per rispondere a questa domanda la rivista Plos One ha pubblicato un articolo in cui spiega che i maschi sarebbero più fedeli al loro gruppo di amici nel tempo rispetto alle femmine, che invece tendono a cambiare amicizie con maggiore facilità e a essere meno costanti. Insomma, nell’ amicizia tra adolescenti, i maschi segnano un punto.
Come si è svolta la ricerca
Lo studio è stato condotto su 460 studenti del Regno Unito di età compresa tra 11 e 12 anni: è stata monitorata l’amicizia tra adolescenti instaurata con i loro coetanei in classe, ma anche con i compagni di scuola di età differenti. I ricercatori hanno poi chiesto ai giovani partecipanti di indicare i sei ragazzini con cui avevano trascorso la maggior parte del tempo ogni giorno nell’arco dei cinque mesi.
Ragazze più volubili
Dalla ricerca è emerso che le ragazze tendono ad avere legami di amicizia meno stabili nel tempo a differenza dei ragazzi, che invece sono più fedeli, creando legami più stabili nel tempo. La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che le femmine sentono di più la pressione sociale che le spinge ad avere delle amicizie di circostanza anche con coetanee con le quali non hanno legami a sinceri, mentre i maschi sono più spontanei.
Ragazzi più fedeli
Rispetto alle ragazze, quindi, i ragazzi sembrano essere più fedeli alle amicizie tra adolescenti. Spiega Adam Kucharski, prima firma dello studio: “Questa ricerca ha messo in evidenza qualcosa che va contro tutti gli stereotipi, e cioè che i ragazzi sanno fare squadra come e forse più delle ragazze. Si tratta di un’interessante intuizione sociale, utile anche nello studio epidemiologico delle malattie infettive come l’influenza e il morbillo che possono diffondersi rapidamente, in particolare tra i bambini”.
Fonti / Bibliografia
- Structure and consistency of self-reported social contact networks in British secondary schools | PLOS ONESelf-reported social mixing patterns are commonly used in mathematical models of infectious diseases. It is particularly important to quantify patterns for school-age children given their disproportionate role in transmission, but it remains unclear how the structure of such social interactions changes over time. By integrating data collection into a public engagement programme, we examined self-reported contact networks in year 7 groups in four UK secondary schools. We collected data from 460 unique participants across four rounds of data collection conducted between January and June 2015, with 7,315 identifiable contacts reported in total. Although individual-level contacts varied over the study period, we were able to obtain out-of-sample accuracies of more than 90% and F-scores of 0.49–0.84 when predicting the presence or absence of social contacts between specific individuals across rounds of data collection. Network properties such as clustering and number of communities we...