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Il binge drinking spopola tra i giovanissimi e miete molte vittime. Ma come mai è così diffuso tra gli adolescenti? Secondo i dati di una ricerca condotta da Eclectica in collaborazione con l’Università di Torino e l’Osservatorio permanente giovani e alcol (tre le città prese in esame: Roma, Torino e Salerno) questa pratica non porterebbe all’ubriachezza ma al sentirsi “brilli”. In sostanza, il binge drinking non è considerato pericoloso, ma anzi è visto solo come un modo per divertirsi di più con gli amici.
L’indagine sui giovani e l’alcol
L’indagine è stata svolta su un campione di 134 volontari tra i 15 e i 24 anni di età. Secondo i dati raccolti, i giovani che praticano il binge drinking evitano di arrivare all’autentica ubriacatura perché non sarebbe divertente e non consentirebbe di apprezzare la compagnia degli amici. L’indagine sottolinea anche una marcata differenza tra le dichiarazioni relative ai casi di ubriachezza (13%) e quelli invece legati alla “moda” del momento, il binge drinking (35,5%). Secondo i ricercatori, per i ragazzi italiani il concetto di ubriachezza è associato ad aspetti negativi; la stessa percezione manca invece per il binge drinking, che è però ugualmente pericoloso per la salute.
Perché piace tanto
Ma perché i giovani praticano il binge drinking? Secondo gli specialisti “ci può essere il semplice bisogno di aderire a una moda giovanile, ma anche quello di voler trasgredire. Il binge drinking può raggiungere il suo punto critico anche dopo molte ore (o giorni) di assunzione di alcol. Ciò può procurare effetti a lungo termine, ecco perché può creare problemi seri per la salute”.