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I comportamenti a rischio sono sempre più diffusi tra gli adolescenti. È il risultato preoccupante emerso dall’indagine “Adolescenti e Socialità” realizzata dalla Società italiana di medicina dell’adolescenza e dall’Associazione laboratorio adolescenza. La ricerca ha evidenziato che quasi un adolescente su due afferma di avere comportamenti a rischio: dalle corse spericolate in motorino e in bici, alla guida senza casco, dalle ubriacature al fumo di sigarette e canne, fino a “venire alle mani”, a fare graffiti sui muri, a rubare qualcosa al supermercato. Lo ammettono il 49% degli adolescenti intervistati, ma la percentuale sale al 58% se si considerano solo i maschi.
Poca consapevolezza
I ragazzi sono consapevoli del rischio che corrono? La maggioranza degli adolescenti (55%) lo fa rendendosi solo a posteriori conto del pericolo corso, ma il 23,5% lo fa consapevolmente per il piacere che ne deriva e il 5% proprio per avere maggiore “rispetto” all’interno del gruppo.
Le azioni maggiormente rischiose
Tra i comportamenti che, con varia gradazione, gli stessi ragazzi considerano a rischio, il 52,2% guida il motorino o la bici in modo spericolato (esperienze compiute una o più volte); il 18% guida il motorino senza casco; il 75% non allaccia le cinture di sicurezza in auto. E ancora: il 44% beve vino, il 47% beve birra, il 27% beve superalcolici, il 53% beve bevande a basso contenuto alcolico, il 20% fuma, il 6,5% ha avuto l’esperienza (singola o ripetuta) di una canna.
Rapporti difficili
Circa i comportamenti sociali il 45% (1 o più volte) ha “fatto a botte”, il 49% ha provocato qualcuno, il 35% non ha pagato il biglietto sui mezzi pubblici, il 32% ha sporcato luoghi pubblici, il 20% ha fatto graffiti sui muri, il 19,8% ha rubato qualcosa in un negozio o grande magazzino, il 5% ha avuto rapporti sessuali non protetti.
Il fantasma del cyberbullismo
Gli adolescenti si servono di strumenti pontentissimi per agire. Uno di questi è certamente il web, con il rischio di cyberbullismo, fenomeno al quale la Società italiana di pediatria sta dedicando grande attenzione e sul quale ha avviato una approfondita indagine. Tramite il web gli adolescenti possono pubblicizzare i proprio comportamenti a rischio, cercando imitazione, oppure possono spingere altri a farlo, proprio ocn il cyberbullismo. “La propensione al rischio” osserva Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria “è da un certo punto di vista insita nei comportamenti di un adolescente e di per sé non ci meraviglia; ciò che preoccupa, invece, è da un lato l’anticipazione dei fenomeni, dall’altro che oggi gli adolescenti hanno a loro disposizione strumenti potentissimi che possono, se non gestiti correttamente, aprire nuovi scenari di rischio: il web”.