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Cala il consumo di alcol tra gli adolescenti. La buona notizia arriva dall’Osservatorio permanente giovani e alcol, che ha effettuato un’indagine con la Società italiana di medicina dell’adolescenza e l’Associazione laboratorio adolescenza. I genitori devono essere contenti, ma non possono rilassarsi: il loro ruolo è ancora fondamentale per contenere il fenomeno.
Tanti adolescenti astemi
Il 16% dei teenagers italiani dichiara di non aver mai assaggiato una sostanza alcolica e quasi il 24%, pur avendo avuto una o più esperienze in passato, attualmente non beve. Quattro ragazzini su 10, insomma, risultano astemi: di più rispetto all’ultimo sondaggio effettuato nel 2012. Diminuiscono sia i bevitori occasionali sia quelli abituali.
Si inizia dopo i 10 anni
Anche se cala il consumo di alcol tra gli adolescenti, per oltre 8 giovanissimi su 10 l’alcol fa parte dell’esperienza personale. Quasi il 38% ha bevuto per la prima volta dopo i 10 anni, mentre il 26,4% tra i 6 e i 10 anni e l’8% addirittura sotto i 6. In questi casi, fortunatamente, l’episodio resta occasionale, legato a ricorrenze o feste, e avviene sotto il controllo di adulti. A dimostrazione che il contesto familiare mantiene una funzione positiva e regolativa. L’esperienza dell’ubriachezza tocca almeno una volta il 18,5% degli intervistati: trainante in questi casi l’effetto del gruppo.
No al consumo precoce
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, per gli adolescenti fino a 16 anni è raccomandata la totale astensione dall’alcol: dopo, si può iniziare con un bicchiere di vino al giorno fino ad arrivare al massimo a due in età adulta. Sulla base di evidenze scientifiche, infatti, chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare dipendenza da alcol in età adulta rispetto a chi non inizia prima. Meglio ancora se si incomincia dopo i 21 anni.
Effetti sull’organismo
Il consumo precoce, inoltre, ha effetti negativi dal punto di vista neurologico, con sbalzi d’umore, perdita di controllo e aggressività, ma anche gastroenterologico, con danni gravi sul fegato e pancreas (steatosi epatica, cirrosi e pancreatite), ipertensione e cardiopatie.
Via di fuga dai problemi
Perché i giovani bevono? Nell’ordine: per appartenere al gruppo, divertirsi o sballarsi, dimenticare i problemi. E qui entra in gioco il ruolo fondamentale della famiglia come fonte di informazione, supporto e dialogo. Occorre passare messaggi corretti e insegnare che con l’alcol i problemi non si risolvono, ma anzi si moltiplicano.