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L’aids non è sparito, benché l’hiv sia oggi un virus controllabile nella maggior parte dei casi e le aspettative di vita siano cresciute. Un recente sondaggio dell’Unicef ha riferito, infatti, un aumento preoccupante di casi di aids tra i più giovani.
I numeri dell’Unicef
Questi i dati della ricerca Unicef sull’Aids tra i giovani. Dall’anno 2000, si sono duplicate le vittime di Aids tra i 15 e i 19 anni. Un numero allarmante, soprattutto se consideriamo che oggi si verificano 30 contagi circa ogni ora in tutto il mondo. E sono soprattutto quelli tra gli adolescenti a preoccupare maggiormente. Spesso, poi, la diagnosi arriva tardi e la malattia diventa conclamata, rivelandosi impossibile da curare.
Prima causa di morte
A rendere eclatanti questi numeri, è anche la consapevolezza che l’aids sia ora la prima causa di morte per i ragazzi tra i 10 e i 19 anni nel mondo, con massima concentrazione in Africa.
I Paesi più colpiti
Ma come è spiegabile questo aumento di contagi tra gli adolescenti, nonché di morte per mancanza di diagnosi? Sicuramente l’attenzione sul tema è andata scemando negli anni, diventando sempre più flebile e inficiando i risultati raggiunti negli anni Novanta grazie a prevenzione e diagnosi precoce. I Paesi più colpiti sono Nigeria, Kenya, Mozambico e Tanzania. Il problema qui risiede nell’accesso alle cure, alla prevenzione e anche al semplice test. Non c’è informazione e manca anche l’attenzione del mondo intero sulla problematica. Ma non è solo la situazione africana a spaventare. Anche nei Paesi più industrializzati e più ricchi, i giovani sembrano assolutamente disinformati sul virus e sulle sue modalità di contagio e, anche se invitati a sottoporsi al test, rifiutano per paura del responso e dello stigma sociale.