Sex Roulette, allarme per la challenge social che arriva in Italia: chi perde rimane incinta

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 25/09/2024 Aggiornato il 26/09/2024

Una delle ultime pericolose sfide che circolano sui social: si fa sesso non protetto con uno sconosciuto. Il parere della neuropsichiatra Elisa Fazzi e della pedagogista Giovanna Giacomini.

challenge sex roulette

Il fatto di cronaca della 14enne romana rimasta incinta per una Sex Roulette riporta l’attenzione sulle challenge social e sulla loro pericolosità per gli adolescenti. La Sex Roulette è infatti una sfida che prevede di fare sesso non protetto con uno sconosciuto: perde chi resta incita. P

er i genitori è difficile entrare in queste dinamiche tipicamente adolescenziali per cui far parte di un gruppo è un’esigenza da soddisfare ad ogni costo, ma è importante che venga mantenuto aperto il dialogo con i figli e prestare attenzione ai segnali che possono indicare un loro coinvolgimento in questo tipo di sfide, senza dimenticare l’importanza di un’educazione all’affettività sin dall’infanzia, in modo che il sesso venga vissuto con consapevolezza e non con la superficialità suggerita da una challenge qualunque.

Sesso tra sconosciuti

Il meccanismo della challenge è il seguente: si forma un gruppo su un social, che sia Telegram, Whatsapp ma anche TikTok o Facebook, e ci si “sfida a fare sesso”: nessuno sa in anticipo con chi dovrà farlo, ma segue l’unica regola stringente del gruppo che è quella di non usare nessuna protezione. E guarda caso perde proprio chi resta incinta. Questo, spiegato in poche parole, per capire cosa è una Sex Roulette, versione per così dire “edulcorata” di un’altra sfida ancora più terribile di moda qualche anno fa che prevedeva la presenza tra gli sconosciuti anche di un sieropositivo, ovviamente noto solo all’amministratore del gruppo ma non agli altri appartenenti: vinceva chi schivava il pericolo di ammalarsi.

Come procede poi la challenge? Si attende il giusto tempo perché quel che deve avvenire avvenga e le ragazze fanno il test di gravidanza, naturalmente documentando tutto sui social in modo che il gruppo decreti la perdente, cioè colei che posta le due lineette blu. Per capire ancora meglio cosa è la Sex Roulette ci si può rifare al famoso gioco d’azzardo, la roulette russa, che prevede di puntarsi alla testa, e sparare, con una pistola che ha in canna un solo proiettile.

Nella sfida tra adolescenti la dinamica è identica: a perdere è chi non schiva il colpo e rimane incinta. In Italia la challenge circola sui social pressappoco da un anno, ma all’estero è diffusa già da tempo. Come succede per molte altre challenge si cerca sempre un’origine, che nel caso della Sex Roulette pare potersi trovare nei giovani ricchi di Belgrado che l’avrebbero lanciata solo per noia o per il brivido del rischio. Dalla Serbia la sfida avrebbe poi allargato i confini arrivando in Spagna, nel Regno Unito, negli Usa e infine anche in Italia.

14enne incinta a Roma

E’ di questi giorni il caso di una ragazzina di soli quattordici anni rimasta incinta proprio dopo aver preso parte a una Sex Roulette. La storia è semplice quanto sconvolgente ed è stata portata alla ribalta della cronaca da Marina Condoleo, l’avvocato della famiglia della giovanissima vittima. La scoperta è stata del tutto casuale. La legale tiene, insieme ad altri specialisti, una serie di incontri nella scuole promossi da Road to Green, associazione che ha creato un programma destinato agli studenti dal nome significativo di Legal love, per offrire ai ragazzi una serie di importanti strumenti utili per muoversi nel complesso mondo della sessualità e dell’affettività.

E’ stato circa un anno fa che, proprio nel corso di uno di questi incontri,  la legale è stata avvicinata dalla ragazzina che le ha raccontato di essere incinta per aver partecipato a una challenge. Due i passaggi del colloquio che hanno turbato maggiormente l’avvocato. Il primo è il fatto che la 14enne non sapesse minimamente chi fosse il padre definendo il figlio semplicemente come “il figlio di una Sex Roulette”. Il secondo che la ragazza non fosse preoccupata tanto di essere incinta quanto del fatto che aver perso la challenge avesse comportato per lei l’esclusione dal gruppo.

Come prevenire l’adesione alle challenge dei figli adolescenti

Il triste fatto di cronaca ha riportato i riflettori sul tema delle challenge e sulla loro pericolosità per i più giovani. Una questione per altro che si innesta su un filone di riflessione e di discussione di grande attualità che riguarda anche la proposta di vietare i social fino ai sedici anni. «Le challenge comportano un alto rischio di emulazione soprattutto tra gli adolescenti che spesso percepiscono la sfida come un gioco, senza rendersi conto dei potenziali pericoli che possono nascondersi dietro ad alcune di queste pratiche» commenta la professoressa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia. «Le sfide rappresentano per gli adolescenti un mezzo per definire la propria identità e verificare i propri limiti: condividere l’esperienza con gli altri aumenta a dismisura l’egocentrismo tipico dell’età, rafforza il senso di onnipotenza, conduce l’attenzione su di sé, alza l’autostima».

Ma, dato per certo che una situazione pericolosa o proibita risulti altamente desiderabile nell’adolescenza perché estremamente gratificante, non va dimenticato il ruolo fondamentale che gioca nell’età giovanile l’appartenenza a un gruppo. Come sottolineato dalla ragazzina coinvolta nella Sex Roulette,  pur di farne parte, di sentirsi accettati si è disposti a tutto. Contrariamente a quanto si tende a pensare, infatti, i ragazzi conoscono bene i pericoli a cui vanno incontro, ma accettano le sfide perché offrono loro una gratificazione importante che può essere rappresentata proprio dall’accettazione da parte del gruppo.

Cosa possono fare i genitori secondo la dottoressa Fazzi

Il consiglio principale dell’esperta è quello di mantenere sempre aperto il dialogo, con un atteggiamento di vicinanza che non diventi mai invadenza, senza giudizi, senza rimproveri, ma sottolineando comunque il pericolo delle challenge e suggerendo ai ragazzi che ci sono sempre figure adulte alle quali possono rivolgersi per chiedere un consiglio e un aiuto. «Gli adolescenti hanno bisogno del supporto dell’adulto per imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni e per riuscire a sviluppare un senso di responsabilità anche nella realtà virtuale dove è più facile che si percepisca tutto con distacco e quindi con molta superficialità» continua Fazzi. «E’ molto importante quindi che i genitori insegnino ai figli a esercitare il pensiero critico non solo nella vita reale ma anche per tutto quello che riguarda il mondo del virtuale».

Resta sempre valida la prospettiva di intercettare il bisogno di mettersi alla prova dell’adolescente e cercare di incanalarlo verso sfide più “sane” come possono essere quelle sportive dove si possono provare i propri limiti ma senza correre pericoli. Da ultimo attenzione ai segnali. Cambiamenti repentini in varie situazioni della vita dell’adolescente, a scuola come a casa, nella relazione con i genitori o con gli amici, la tendenza ad isolarsi, le alterazioni del ritmo del sonno e dell’umore, condizioni di sovraeccitazione e comportamenti compulsivi possono essere indice di un coinvolgimento in una challenge o comunque in situazioni social preoccupanti sulle quali è basilare che l’adulto intervenga.

Sessualità inconsapevole nella Sex Roulette

La storia della 14enne non fa riflettere solo sulla pericolosità delle challenge, ma anche sul modo con cui nel contesto della sfida viene vissuta la sessualità negli adolescenti. Qui entra in gioco un tema importante e molto discusso che quello dell’educazione sessuale. «Che andrebbe intesa come educazione alla vita perché ha a che fare con la maturazione di concetti chiave come: chi sono io e chi sono gli altri, come entro in relazione con i miei simili, qual è la mia sfera d’intimità, come posso proteggermi e tutelarmi. Intorno a questo tema ruota un mondo fatto di conoscenza che è lo strumento più potente che abbiamo a disposizione. Se conosco le cose, posso agire correttamente sia nei miei confronti sia in quelli degli altri» spiega Giovanna Giacomini, pedagogista, esperta di tematiche che riguardano bambini e ragazzi e autrice del libro “Scuole Felici. La pedagogia basata sul metodo danese nei servizi educativi 0-6 anni in Italia”.

«In questa prospettiva, quindi, è evidente che la sessualità diventa un’opportunità per capire chiaramente chi siamo e come vogliamo entrare in una dimensione di relazione con noi stessi e con gli altri. In fondo la sessualità non è il semplice piacere, ma è un qualcosa che ha a che fare profondamente e intimamente con la nostra individualità, con la nostra capacità di rapportarci con il mondo. Ecco perché è basilare sviluppare un percorso alla consapevolezza della sessualità». Più che intervenire, in questo caso, si tratta di prevenire. «La sessualità fa parte della vita e se i genitori ne parlano con serenità e spontaneità ai bambini, sin da piccoli, possono trasmettere loro un messaggio potentissimo, quello che il mio corpo è prezioso e, in quanto tale, lo devo amare e averne cura». Senza esporlo a inutili rischi anche da un punto di vista sessuale, proprio come può succedere nella Sex Roulette.

 
 
 

In breve

Il recente fatto di cronaca di una ragazzina romana di 14 anni rimasta incinta partecipando a una Sex Roulette ha fatto riemergere tematiche importanti per i genitori e i figli adolescenti da educare con consapevolezza e profondità, e soprattutto con il dialogo, in modo da riuscire a sviluppare un pensiero critico da esercitare nella vita reale come in quella virtuale.

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