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Secondo un recente rapporto del ministero della Salute sulla salute riproduttiva, la cosiddetta prima volta in Italia avviene in media durante l’adolescenza, a 16-17 anni. Si tratta di un’età abbastanza tardiva, se confrontata, per esempio, con i dati di un’inchiesta Durex, la famosa azienda produttrice di profilattici, che vedono ai primi posti alcuni paesi europei del Nord, specialmente Islanda, Danimarca, Svezia e Finlandia dove l’età per il primo rapporto sessuale è 13-15 anni.
Il profilattico è il preferito
Per quanto riguarda i metodi contraccettivi utilizzati dagli adolescenti, secondo i dati di un indagine dell’Istituto superiore di sanità, è aumentato nel nostro Paese l’utilizzo del profilattico, usato nel 77% dei casi. In rialzo anche la percentuale di coito interrotto (26%) e del calcolo dei giorni fertili (11%). Rimane invece stabile il 10% di chi non utilizza metodi contraccettivi.
In famiglia non se ne parla
Un altro dato emerge chiaramente: la famiglia non è il luogo dove parlare di sessualità e di prima volta. Solo il 10% affronta questa tematica in maniera approfondita con i famigliari. I ragazzi, infatti, non riescono a dialogare con i genitori dei temi più importanti, quali lo sviluppo sessuale, le malattie sessualmente trasmissibili e i metodi contraccettivi.
Meglio dicuterne a scuola
Dall’indagine è emerso che il 94% dei ragazzi intervistati pensa che la scuola dovrebbe occuparsi dell’informazione riguardo ai temi della sessualità e della salute riproduttiva. Nello specifico, il 60% ritiene che l’informazione dovrebbe iniziare almeno durante la scuola secondaria di primo grado. Tuttavia, emerge dai dati l’imbarazzo di affrontare l’argomento sessualità con un docente interno: il 62% vorrebbe trattare questi temi con personale esperto esterno alla scuola.