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Covid-19 e adolescenti: un grosso problema. La parola d’ordine di questo periodo di emergenza è stata e continua ad essere: “isolamento”. Per quanto necessario, però, le conseguenze del prolungato distanziamento sociale si sono rilevate essere forti e devastanti, specie per i più giovani. Abbiamo imparato a guardare l’altro con diffidenza e paura e questo lascerà, inevitabilmente, dei segni indelebili.
L’indagine sui giovani
La Fondazione Mondino, Istituto neurologico nazionale a carattere Scientifico, Irccs di Pavia, tramite un questionario, somministrato su base volontaria, sta approfondendo l’impatto emotivo che l’emergenza sanitaria in atto ha provocato sugli adolescenti italiani, di età compresa tra i 12 e i 18 anni.
Ricovero in ospedale
Secondo il quadro delineato da Mondino, da un anno sono aumentate di più del 50% le richieste di ricovero in Neuropsichiatria di giovani nella loro struttura di Pavia. E le cose non sono migliori nel resto della Lombardia. Secondo i dati forniti dai pronto soccorso, da ottobre del 2020 al gennaio di quest’anno, le richieste sono aumentate del 50% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (periodo pre-Covid in cui l’aumento era stato del 38%). I tentativi di suicidio sono aumentati del 50%, a differenza del + 15% dell’anno prima.
Attacco al corpo
Renato Borgatti, direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Fondazione Mondino IRCCS, ha affermato che “Il malessere riscontrato nel primo lockdown ora sembra essersi trasformato in franca patologia. Sono aumentate in particolare le richieste di ricovero per psicopatologie con “attacco al corpo”, ossia con atti di autolesionismo via via sempre più gravi, fino al tentato suicidio ”.
Stress post traumatico negli adolescenti
Le enormi difficoltà degli adolescenti erano già venute fuori in primavera, quando la Fondazione aveva rilevato attraverso un sondaggio un malessere sempre maggiore dovuto all’isolamento per la pandemia. Ai giovani tra 12 e 17 anni era stato chiesto di valutare gli effetti delle restrizioni sul proprio benessere. È venuto fuori che su 1679 adolescenti, il 79% ha lamentato sintomi da destar preoccupazione, il 29% acuti ed il 50% di tipo cronico.
La neuropsichiatra Martina Mensi, autrice dello studio insieme ad altri esperti, ha dichiarato che: «Lo stress post traumatico può lasciare segni duraturi nello sviluppo psichico dei bambini e dei ragazzi; dall’indagine sono emerse anche allucinazioni e dispercezioni, sintomi dissociativi, agitazione, disturbi del sonno e incubi, nonché preoccupazione per il futuro e per genitori e familiari».