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Con il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, per molti ragazzi si crea un vero a proprio “buco” sanitario che li allontana dai trattamenti e dalle cure. A rivelarlo è lo studio “Lost in transition”, che evidenzia come le percentuali di chi accede all’assistenza sanitaria tra i più giovani passi dall’80% dei bambini a solo il 20% degli adolescenti, presentato al recente XXXIII Congresso della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps).
Doppia causa
Come spiega Giuseppe Saggese, past president della Società Italiana di Pediatria (SIP) e ordinario di pediatria all’Università di Pisa, nonché fondatore e presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA), il problema è a monte, con strutture amministrative ospedaliere poco propense a investire su questo aspetto e genitori poco avvezzi a lasciar crescere i propri figli.
Serve una cabina di regia
Il primo passo per cercare di migliorare la situazione, spiega Saggese, potrebbe essere quello di prevedere la creazione di una cabina di regia che tenga conto delle necessità e della situazione in tema di assistenza sanitaria e adolescenti, anche in base alle varie fasce d’età.
Il ruolo del pediatra
Come rivelato dallo studio, un adolescente ogni cinque convive con una malattia cronica che presenta anche una significativa mancanza di assistenza sanitaria. Il punto debole della catena è il passaggio dal pediatra al medico di base, in cui si assiste a un peggioramento della malattia e un crollo dell’assistenza medica e dell’accesso alle cure. Ecco perché, diversamente da quando accade ora, il pediatra può, e deve, fare qualcosa in questa fase, agendo per tempo e assicurando assistenza medica agli adolescenti durante il cambio medico.
Essere genitori responsivi
Un ruolo di primo piano lo devono ovviamente svolgere anche i genitori che, ora come ora, pur senza volerlo remano contro. Occorre diventare genitori responsivi, attraverso un cambio di mentalità che favorisca l’addio al pediatra e l’accesso alle cure per adulti.
Essere genitori responsivi vuol dire prendere atto in modo cosciente e positivo dell’inevitabile distacco dei figli, sapendo intercettare, ascoltare e condividere le richieste e le necessità degli adolescenti.
Anche perché, proprio in questa fase, i ragazzi possono cedere a comportamenti a rischio come la dipendenza da sostante o i disturbi alimentari. Vigilare per prevenire queste problematiche deve diventare anche un’occasione per rinsaldare il rapporto genitore-figlio.
Fonti / Bibliografia
- Caserta 2021 - SIPPSRELAZIONI CONGRESSO XXXIII CONGRESSO NAZIONALE SIPPS 23-26 SETTEMBRE 2021 INTRODUZIONE – DI MAURO GIUSEPPE UN LABORATORIO CREATIVO NELLO STUDIO DEL PEDIATRA – CARMELO RACHELE PARTE 1: PARTE 2: PARTE 3: […]