Adolescenti e chirurgia estetica: quando dire sì (pochi casi) e quando dire no?

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 29/05/2023 Aggiornato il 29/05/2023

Vogliono apparire diversi e assomigliare ai loro idoli. Per questo gli adolescenti ricorrono sempre più spesso alla chirurgia e alla medicina estetica. Vediamo con l’aiuto degli esperti quali sono gli interventi più richiesti, quando dire sì (in pochi casi), quando invece dire no e come dovrebbero comportarsi i genitori davanti alle loro richieste

Gli adolescenti sono sempre più attratti dalla chirurgia estetica. Attenzione, però, a ricorrere al bisturi con troppa leggerezza.

Adolescenti e chirurgia estetica. Genitori e professionisti si chiedono quando dire sì, in pochi casi, e quando invece è opportuno dire no. La questione, del resto, è delicata perché se da un lato cresce la domanda di ritocchi da parte di giovani e giovanissimi, dall’altro sono molte le ragioni per cui occorre andare molto cauti. Con l’aiuto degli esperti vediamo di analizzare meglio il rapporto tra adolescenti e chirurgia estetica evidenziando le ragioni del sì e quelle del no.

Gli interventi più richiesti: la classifica

«L’età di chi ricorrere alla medicina estetica e alla chirurgia estetica negli ultimi anni si è notevolmente abbassata» commenta la dottoressa Maria Zaccagnino, psicoterapeuta EMDR a Milano. «Secondo i dati di una ricerca dell’Università Magna Grecia di Catanzaro ben il 49,2% dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni esprime il desiderio di ricorre alla medicina estetica e il 31,3% alla chirurgia per migliorare qualcosa di sé e raggiungere l’obiettivo che per 3 ragazzi su 4 è quello di assomigliare a un personaggio famoso, per lo più un influencer». Come succede anche per gli adulti, per altro, la richiesta di ritocchi è esplosa dopo il periodo di restrizioni alla vita sociale imposte dal lockdown. Ma cosa chiedono i giovanissimi alla chirurgia e alla medicina estetica?

Labbra più voluminose.  La richiesta più diffusa riguarda le labbra con ritocchi che vanno sotto i nomi più o meno evocativi e fantasiosi di cherry lips, Russian lips, labbra da diva, French Kiss. Il desiderio è ottenere un effetto di pienezza proprio come i modelli che gli adolescenti vedono passando ore sui social. Attenzione, però, perché si tratta di aumenti di volume che risultano spesso sproporzionati rispetto all’armonia del volto, in particolare di un viso giovane che ancora deve definirsi a pieno nei lineamenti.

Fossette alle guance. Un’altra moda che arriva dagli Stati Uniti e che sta prendendo sempre più piede anche in Italia è quella delle ‘fossette’ sulle guance. Un obiettivo che si raggiunge con la cosiddetta ‘dimpleplasty’, un intervento che si esegue in ambulatorio in anestesia locale, rimuovendo dall’interno (cioè dalla bocca) un po’ di grasso e muscolo al centro della guancia, e suturando con un filo la parte, così da creare la ‘fossetta’. Anche in questo caso occorre fare bene attenzione perché si tratta di una procedura piuttosto invasiva non priva di possibili effetti indesiderati.

Zigomi in evidenza. È presa a prestito da modelle e influencer un’altra tendenza che prevede la rimozione della bolla di Bichat, la “pallina” di grasso che rende paffute le guance. Asportandola si ottiene una guancia scavata, ‘asciugata’, che mette ancora più in evidenza lo zigomo. L’intervento, di circa mezz’ora in anestesia locale, comporta l’asportazione del piccolo deposito di grasso all’interno della guancia. Sono molti i rischi che suggeriscono un no deciso a questa procedura sui giovanissimi, dalle infezioni a livello orale, a lividi e rigonfiamenti del volto, fino a situazioni ancora più gravi come problemi di masticazione, danneggiamento delle ghiandole salivari e dei nervi faciali con possibile perdita della sensibilità della guancia, asimmetria del volto.

Occhi da “volpe”. I foxy eye, che tanto piacciano oggi, hanno forma allungata e la coda in su. Si possono ottenere con l’inserimento di fili speciali  che sollevano la coda dell’occhio, ‘appendendola’ alla parte superiore dell’arcata periorbitaria.

Chirurgia estetica e minorenni: i contro

«Il compimento dei 18 anni è per legge il requisito indispensabile per sottoporsi a interventi chirurgici importanti come l’inserimento delle protesi per aumentare il seno» precisa Sergio Noviello, professor chirurgo estetico, specialista in microchirurgia e chirurgia sperimentale, presidente della SIMOE (Società italiana medici chirurghi ed operatori dell’estetica), docente presso la Scuola superiore post laurea di medicina ad indirizzo estetico di Milano Agorà e Fondatore  della Sergio Noviello Academy. Questo innanzitutto perché occorre aspettare il pieno sviluppo per dare al ritocco una valenza definitiva ma anche perché qualsiasi procedura di chirurgia e di medicina estetica non è esente da rischi. Se a prestare attenzione, quindi, devono essere gli adulti, a maggior ragione questo deve essere fatto per gli adolescenti onde scongiurare possibili danni permanenti. Anche con le procedure più soft occorre andare cauti. Per il filler che aumenta i volumi e per il botulino che molti giovani credono, e a torto, possa funzionare per prevenire le rughe non ci sono divieti ufficiali. L’Istituto Superiore di Sanità afferma però che “l’uso della tossina botulinica non è raccomandato sotto i 18 anni”. È scattato, invece, un vero e proprio divieto in Gran Bretagna dove si è arrivati a parlare di “toxic teen generation”, una generazione di adolescenti tossici proprio per il loro uso capillare della tossina botulinica. Parlando di adolescenti e chirurgia occorre anche tenere presenti le ragioni psicologiche del no. «In un’età molto fragile come l’adolescenza, è frequente che ragazze e ragazzi non si vedano come vorrebbero e non si accettino per come sono» spiega la psicologa. «Percepiscono quindi come disturbanti difetti minimi o se non addirittura inesistenti. È chiaro però che in questa ottica nessun ritocco può mai risolvere il problema se prima non ci si prende carico del malessere interiore. Anzi, si rischia di innescare una spirale perversa per cui a un intervento ne fa sempre seguito un altro senza che si raggiunga mai l’obiettivo desiderato».

Chirurgia estetica e minorenni: i pro

«Ci sono alcuni casi in cui, sempre previo consenso dei genitori, è possibile intervenire prima della maggior età e sono quelli in cui l’inestetismo che si vuole correggere è fonte di disagio psicologico profondo» commenta il professor Noviello. «Il caso più classico è quello delle orecchie cosiddette a sventola: a 12-14 anni le orecchie hanno raggiunto la maturazione anatomica e possono essere sottoposte a chirurgia estetica». Un aiuto importante per ritrovare l’autostima e migliorare il rapporto con gli altri. Va fatta comunque sempre molta attenzione. «Alcuni problemi fisici possono essere una reale fonte di disagio» spiega la psicologa. «Mai dimenticare però che l’adolescenza è una fase in cui il desiderio di piacere agli altri e le difficoltà ad accettarsi possono spingere a caricare il ritocco di una valenza eccessiva».

Come si deve comportare il medico?

Un professionista serio non dovrebbe mai prendere in considerazione l’ipotesi di un ritocco su un adolescente se non in casi di reale necessità. Qualora intercetti il desiderio ha un compito molto delicato: far capire all’adolescente che medicina e chirurgia estetica non possono essere intese come lo strumento per essere accettati dagli altri e avere successo. Deve poi esporre con chiarezza il fatto che qualsiasi procedura medica o chirurgica può avere effetti indesiderati e che un ritocco può rischiare di peggiorare l’estetica e l’armonia del volto anziché migliorarla. «Qualora il medico rilevi una problematica di ordine psicologico è importante che indirizzi l’adolescente verso altre figure professionali che possano intercettare la fragilità emotiva che si nasconde dietro al desiderio di un ritocco precoce» aggiunge la psicologa.

Come comportarsi di fronte alle richieste dei figli?

Anche quando si parla di adolescenti e chirurgia estetica il ruolo dei genitori è basilare quanto complesso. Non si può scartare, infatti, che professionisti di scarsi scrupoli accettino di intervenire sui giovanissimi, anche se in ogni caso è sempre necessario il consenso dei genitori. «Qui si aprono varie possibilità» commenta la psicologa. «Bisogna partire dal presupposto che in genere la richiesta di un ritocco spesso coglie impreparati gli adulti di riferimento. I genitori, in base allo stile educativo adottato, tendono immediatamente a negare oppure al contrario ad assecondare arrivando in alcuni casi, i più pericolosi, ad incoraggiare le richieste. Anche nel caso del rapporto tra adolescenti e chirurgia estetica il ruolo delicatissimo del genitore dovrebbe essere quello di approfondire le motivazioni che stanno alla base della richiesta. Da qui dovrebbe partire un percorso con il supporto di un professionista che consenta a ragazzi e ragazze di far emergere le fragilità psicologiche che li hanno spinti a cercare un cambiamento. Solo così possono arrivare a vedersi diversamente e capire se e quanto medicina estetica e chirurgia possano essere davvero di aiuto per loro». Ma c’è una cosa che i genitori non dovrebbero mai fare: considerare i ritocchi un regalo al pari di uno smartphone, di un viaggio o di un motorino. E nei casi estremi, che però esistono, non portare mai con sé un adolescente quando ci si va a fare un filler o un’infiltrazione di botulino. 

 

 
 
 

In sintesi

Quello tra adolescenti e chirurgia estetica è un rapporto molto delicato. Può mettere in crisi i genitori che spesso non sanno come comportarsi davanti alle richieste dei figli. I numeri intanto sono in crescita e vedono in testa nella classifica degli interventi più gettonati i filler alle labbra e i ritocchi alle guance e agli occhi. Ci sono però molte ragioni per dire no alla medicina e alla chirurgia estetica per i giovanissimi. Vanno dai possibili rischi che qualunque pratica medica o chirurgica comporta fino a motivazioni di ordine prettamente psicologico che sarebbe importante indagare. In alcune occasioni invece si può dire sì come nel caso delle orecchie a sventola: è comunque il medico che deve valutare con attenzione la situazione e dare il via libera a un ritocco.

 

Fonti / Bibliografia

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