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Secondo i dati recenti, lo smartphone viene usato in media 5 ore al giorno, in gran parte per la navigazione in Rete, ma anche per la messaggistica. Per Giovanni Battista Tura, responsabile di psichiatria dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, questo eccessivo utilizzo del cellulare può generare disturbi, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti.
L’artificiale può sostituire il reale
Secondo il medico lo smartphone porta a un’accelerazione fra intenzione e azione, fra richiesta e soddisfacimento della stessa e non consente più di filtrare, attendere, decidere, procrastinare, rimandare: sostanzialmente, pensare. E poi, la pretesa che i nostri interlocutori siano sempre disponibili, “on line”; la pretesa che i nostri tempi siano i loro. Tutto ciò può diventare il presupposto di sofferenza psichica di diversa natura: se l’artificiale sostituisce il reale, quando poi ci si scontra con la realtà, se non si è preparati, si va in ansia o in depressione. Un circolo vizioso, in cui causa ed effetto si mescolano.
L’adolescenza è un momento delicato
Secondo Tura la situazione diventa particolarmente preoccupante se riferita agli adolescenti: da un lato, perché rappresentano i maggiori fruitori della tecnologia, dall’altro perché, data l’età, stanno già affrontando un delicato processo di transizione, in cui ogni variabile in campo ha un valore specifico elevato, e più queste variabili sono disequilibranti, innaturali e decontestualizzate con il fisiologico crescere, più sono a rischio di generare malessere e reali disturbi.
I numeri dell’Istat
Secondo dati Istat riferiti al 2018, l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente il telefonino, il 72% naviga su internet tutti i giorni, percentuale che solo 4 anni fa era del 56%. Le più frequenti utilizzatrici sono le ragazze (l’87,5% usa il telefono tutti i giorni). L’accesso a internet è fortemente trainato dagli smartphone, solo il 27% si connette dal pc, percentuale che nel 2014 era del 40%.