Adolescenti iper-connessi: il 90% naviga con lo smartphone

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 07/03/2017 Aggiornato il 07/03/2017

Ecco le regole per concedere lo smartphone ai propri figli, adolescenti iper-connessi, per un uso responsabile e limitare i pericoli

Adolescenti iper-connessi: il 90% naviga con lo smartphone

Nove adolescenti su dieci in Italia hanno uno smartphone con abbonamento a internet in modo da non essere mai “scollegati” dalle piattaforme “social” e da servizi di messaggistica istantanea come Facebook, WhatsApp, Snapchat, Twitter e Instagram. Mentre solo un ragazzo su 5 (20%) afferma che i social network hanno un ruolo marginale nelle proprie relazioni sociali: i dati arrivano da una ricerca realizzata su un campione di circa 10.000 studenti di scuole medie e superiori condotta per la Polizia di Stato da Skuola.net. Risultato: troppi gli adolescenti iper-connessi.

Online più di un’ora al giorno

Tra i motivi principali che spingono i ragazzi all’uso dei social, ci sono il desiderio di informarsi sulle notizie (59%), su quanto accade ai propri amici e conoscenti (51%), sostituire per ragioni di risparmio economico telefonate e sms (44%). Oltre la metà degli studenti spende sui social network più di un’ora al giorno e 1 su 4 confessa di essere sempre connesso. E senza internet 1 su 6 ammette di provare un senso d’ansia.

Attenzione ai pericoli

Smartphone e tablet sono sempre più presenti nella vita di tutti i giorni e – come tutti i genitori ben sanno – anche i più piccoli sono molto abili nello sfogliare pagine digitali e accedere a contenuti online. Saper usare bene uno smartphone, però, non significa che sia giusto farlo: i pericoli e le insidie che si nascondono dietro la navigazione del web sono molti, soprattutto per i più giovani.

Cominciare insieme

A partire da quale età, quindi, un genitore può regalare uno smartphone al proprio figlio, con la speranza che l’uso che verrà fatto del web sia il più possibile sicuro e consapevole? “Prima di dare uno smartphone a nostro figlio – spiega Serena Valorzi, psicologa e psicoterapeuta, esperta in prevenzione, formazione e trattamento delle nuove dipendenze – dovremmo aver vissuto un periodo di transizione in cui usiamo insieme il nostro, anche per comunicare con WhatsApp: in questo modo è più facile commentare insieme ciò che va bene scrivere e condividere e quale linguaggio usare. Dobbiamo essere buoni modelli: spegnerlo di notte o ai pasti, non lasciarci interrompere dalle notifiche se stiamo parlando con qualcuno. Poi, quando penseremo che nostro figlio sia abbastanza grande e abbia fatto un’adeguata ‘gavetta’ condivisa con noi, sia informato di tutti i rischi in cui si può incorrere e con la raccomandazione di parlare subito se ci fosse qualche problema, possiamo regalarglielo. È importante fare però un accordo: ogni tanto guarderemo i contenuti e fisseremo degli orari per evitare un accesso continuo. Ricordiamoci sempre che sono oggetti molto distraenti e molto più attraenti dello studio”.

Col tablet bambini distratti

Può capitare che alcuni bambini abituati a giocare con il tablet e smartphone fatichino più degli altri ad aspettare il proprio turno e si distraggano più facilmente: “E’ possibile che proprio l’utilizzo del tablet da piccoli stia impedendogli di sviluppare queste competenze: per loro natura, infatti, questi dispositivi tendono a sovreccitare le menti, a non stimolare la capacità di attesa e a non mantenere la concentrazione, ad aumentare l’impulsività – conclude l’esperta – e non stimolano l’autonomia”.

 

 

 
 
 

da sapere!

Campanelli di allarme di rischio-dipendenza sono:

  • il ragazzo vuole giocare per molto tempo,
  • si arrabbia quando viene interrotto,
  • sembra cupo e infelice,
  • non ha amici con cui uscire,
  • va male a scuola.

 

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