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In Italia l´infertilità maschile sta raggiungendo livelli preoccupanti, non a caso già in età adolescenziale molti ragazzi soffrono almeno di un problema andrologico. Nell’ultimo secolo la fertilità maschile si è ridotta e per spiegare questo fenomeno sono stati chiamati in causa comportamenti e stili di vita, ma anche alcune patologie associate all’infertilità, che nascono nell’infanzia e nell’adolescenza. Per questo è fondamentale portare gli adolescenti dall’andrologo anche in assenza di disturbi.
Un programma di prevenzione
Anche la disattenzione di medici e familiari, infatti, può portare all’infertilità: le visite degli adolescenti dall’andrologo sono i cardini di un ampio programma di prevenzione andrologica in età pediatrica e adolescenziale sostenuto dalla Sia, Società italiana di andrologia. Il progetto parte dai dati: l’80% delle malattie dell’apparato genitale maschile si sviluppa nell’infanzia, ma spesso non è diagnosticato. Anche per questo, la metà degli adolescenti ha almeno un problema (spesso, il varicocele, che riguarda circa il 20% degli adolescenti) che può portare a infertilità e che potrebbe essere evitato con la prevenzione. Secondo i dati riportati da Giorgio Franco, presidente Sia e professore al dipartimento di Urologia Bracci dell’Università Sapienza di Roma, su 600 adolescenti tra 15 e 19 anni, in circa 6 su 10 sono state riscontrate una o più patologie andrologiche.
Genitori e medici insieme
Il programma coinvolgerà i pediatri, che dovranno inserire nei bilanci di salute anche la situazione andrologica del loro giovane assistito, monitorata tramite la compilazione a età prestabilite di una scheda andrologica. In questo modo ogni qualvolta il pediatra riscontrerà delle anomalie potrà suggerire un approfondimento diagnostico dall’andrologo. Ma anche i genitori dovranno fare la loro parte, rispettando le indicazioni dei medici e facendo in modo che i figli seguano una dieta sana, facciano sport e non abusino di droghe e alcol, tutti fattori che incidono sul rischio andrologico. Una particolare attenzione sarà, infine, rivolta poi ai ragazzi più grandi, cui va insegnata l’autopalpazione con l’obiettivo di individuare precocemente il tumore del testicolo. Infatti, secondo l’andrologo Giuseppe La Pera, “nel 40% dei casi questo carcinoma è scoperto in uno stadio già avanzato e nel 20% quando è già in metastasi”.