Adolescenti connessi: quindi sconnessi (dal mondo reale)

Laura de Laurentiis A cura di Laura de Laurentiis Pubblicato il 19/04/2018 Aggiornato il 04/08/2018

30mila: è questo il numero, probabilmente approssimato per difetto, degli adolescenti connessi, ossia che stanno quasi sempre in casa incollati a Internet. Invertire la tendenza (forse) si può...

Adolescenti connessi: quindi sconnessi (dal mondo reale)

Li chiamano “ritirati sociali”: sono i 30.000 (e più) ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 20 anni che passano la maggior parte del loro tempo chiusi in casa, collegati a Internet, unico spazio che li tiene legati al mondo e alle amicizie. I “nativi digitali” hanno una percezione della realtà molto diversa da quella delle generazioni precedenti, soprattutto per quanto riguarda i rapporti umani, che spesso non sono in grado di coltivare senza la mediazione di uno schermo. I genitori lo sanno bene, ma non  hanno le idee chiare su come comportarsi per arginare il fenomeno degli adolescenti connessi.  

Né buono né cattivo

Secondo David Martinelli, del Centro pediatrico interdipartimentale psicopatologia da Web della Fondazione Policlinico Gemelli, “Internet è un mezzo, quindi in sé né buono né cattivo, però è fondamentale che la generazione degli adulti – genitori, educatori e medici – sia consapevole di questo nuovo modo di vedere la realtà per potersi relazionare correttamente con gli adolescenti connessi”.  E se è vero che da un lato non si può tornare indietro, impedendo ai ragazzi di usare Internet e di frequentare le piattaforme social, dall’altro è opportuno mettere dei paletti, ovvero vigilare affinché i figli adolescenti trascorrano del tempo sconnessi da Internet, quindi connessi alla realtà.

Riscoprire le amicizie tradizionali

Allo scopo, sono anche da incoraggiare le relazioni interpersonali in carne e ossa: può essere sufficiente, per esempio, suggerire ai figli di invitare qualche amico a casa. Un’opportunità questa che gli adolescenti connessi dovrebbero sfruttare per interagire tra loro e non, come spesso succede, per continuare, anche in compagnia di altri, a digitare sul telefonino, escludendo quanto li circonda.  

I segnali della dipendenza

È poi utile sapere quali sono i sintomi che caratterizzano la dipendenza da Internet, per eventualmente intervenire cercando gradualmente di indurre l’adolescente a “disintossicarsi”:

  • il cellulare non viene mai abbandonato, neppure per un attimo;
  • la navigazione nel Web e, in particolare, la frequentazione delle piattaforme social si protrae per più di otto ore al giorno;
  • il ragazzo (o la ragazza) esce di casa molto raramente e, comunque, preferisce incontrare gli amici sul Web anziché di persona;
  • il ragazzo (o la ragazza) si dimostra irrequieto, nervoso o francamente agitato se è costretto a stare lontano dal Web per più di un’ora;
  • il ragazzo (o la ragazza) passa molte ore nel Web anche dopo cena e dà sempre un’ultima occhiata ai social prima di addormentarsi.

 

 
 
 

Da sapere!

Non ha senso demonizzare Internet, che ormai fa parte ineluttabilmente della nostra vita. È necessario però educare i figli a non renderlo protagonista assoluto della loro esistenza.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Referto dell’ecografia morfologica: come capire se c’è qualcosa che non va?

28/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se il medico che effettua l'ecografia morfologica non rileva anomalie, non ha senso arrovellarsi sul referto. Se ci fosse stato qualcosa che non va sarebbe stato comunicato. In Inghilterra non vengono rilasciati alle pazienti i risultati degli esami proprio per evitare preoccupazioni inutili a chi non...  »

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Fai la tua domanda agli specialisti