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Ancora oggi, sull’Adhd esistono falsi miti e molta confusione. Spesso, si pensa che dipenda da una cattiva educazione o da un’indole svogliata e pigra. In realtà, non è affatto così. Si tratta, infatti, di un vero e proprio disturbo neurobiologico. Ciò significa che alla base ci sono alterazioni nervose precise. La conferma arriva anche da un recente studio condotto da un team di ricercatori cinesi, della Sichuan University, pubblicato sulla rivista Radiology.
Iperattività e impulsività
L’Adhd, dall’inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), è uno dei disturbi neuropsichiatrici più frequenti nell’età evolutiva. È caratterizzato da un marcato livello di disattenzione e da una serie di comportamenti che denotano iperattività e impulsività.
Indagato con risonanza magnetica
La ricerca ha coinvolto 33 ragazzi con Adhd, di età compresa fra i sei e sedici anni, e 32 cooetanei sani. Tutti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale a riposo, un’indagine che è in grado di analizzare la funzione dei neuroni (le cellule nervose) quando il cervello non è impegnato in alcun compito. Lo scopo era capire se i cervelli dei due gruppi di adolescenti presentassero delle differenze significative.
Alterazioni strutturali nel cervello
Dall’analisi dei risultati è emerso che effettivamente il cervello dei ragazzi con Adhd è diverso da quello dei giovani sani. In particolare, sono risultate alterate la struttura e le funzioni della corteccia orbitofrontale e del globo pallido. La prima svolge un ruolo importante nell’elaborazione cognitiva della pianificazione strategica, mentre il secondo partecipa al controllo inibitorio esecutivo. “Il nostro studio suggerisce che le anomalie strutturali e funzionali in queste regioni del cervello possono causare disattenzione e iperattività nei giovani pazienti” ha spiegato uno degli autori.