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Se fino a poco tempo fa la comunità scientifica concordava sul fatto che la nanna pomeridiana fosse un vero toccasana per il cervello, soprattutto quello dei più piccoli, ora questa convinzione è messa in discussione. Sono molteplici e controverse, infatti, le opinioni espresse dai ricercatori internazionali in merito all’efficacia del pisolino pomeridiano che nei bimbi dopo i 2 anni addirittura rovinerebbe il sonno notturno.
La comunità scientifica è divisa
Secondo uno studio francese un sonnellino di 30 minuti sarebbe in grado di compensare nei bambini un’intera notte passata in bianco. Gli studiosi americani in relazione al riposo pomeridiano sostengono che la cosa migliore da fare sia lasciare il bambino libero di sentire ciò di cui ha bisogno. Gli esperti australiani da parte loro replicano che il regolare pisolino al pomeriggio dopo il secondo anno di vita potrebbe compromettere la qualità del riposo notturno. Tuttavia, lo studio della Queensland University of Tecnology in Australia, pubblicato sugli Archives of Disease in Childhood, non boccerebbe la pennichella pomeridiana, di cui molti bambini sentono ancora la necessità fino ai 5 anni. Ma riconosce che il pisolino può rendere più lungo e difficoltoso l’addormentamento serale e ridurre parzialmente il numero complessivo di ore notturne di sonno. Per questo, secondo gli scienziati australiani, i genitori non dovrebbero incoraggiare i figli a fare un riposino di giorno dopo i 2 anni.
Sì solo per i più piccoli
Per arrivare a sostenere che il pisolino pomeridiano nei bimbi dopo i 2 anni rovinerebbe il sonno notturno sono stati effettuati numerosi studi, che hanno coinvolto bambini fino ai 5 anni d’età. Dai risultati è emerso che effettivamente il pisolino sarebbe del tutto innocuo e farebbe bene solo ai piccolissimi. Dopo i primi 24 mesi di vita, infatti, sonnecchiare al pomeriggio influirebbe negativamente sulla qualità del sonno durante la notte e di conseguenza sulla salute. Se il pisolino pomeridiano nei bimbi dopo i 2 anni rovinerebbe il sonno notturno questo non significa, però, negarlo ai piccoli che ne esprimono il desiderio. È vero, infatti, che se dopo quell’età la maggior parte dei bambini si avvia alla transizione del sonno monofasico, cioè solo quello notturno, il passaggio può in realtà avvenire in tempi molto diversi perché varia da bambino a bambino. Ognuno, infatti, è diverso ed è, quindi, importante in generale affidarsi al buon senso e lasciarsi guidare da lui verso ciò di cui ha bisogno.