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È probabilmente la domanda che si pongono più di frequente mamma e papà. Non solo nei primi mesi di vita del bebè, ma anche dopo, perfino quando il bimbo inizia a parlare. Del resto, capire perché piange non è affatto facile. Ma non è impossibile. Il segreto sta nel non farsi prendere dall’ansia e dalla frustrazione, ma nell’imparare ad ascoltare davvero il proprio piccolo.
All’inizio è tutto più difficile
Capire che cosa si nasconde dietro alle lacrime di un bambino non è mai facile. Ma l’impresa è più difficile nelle prime settimane. Da un lato, infatti, c’è un bebè che ha bisogno di essere assecondato nelle sue esigenze fisiologiche, come la pappa, la nanna, il cambio del pannolino, praticamente in tempo reale. E dall’altro ci sono i genitori ancora inesperti, che non sanno bene cosa aspettarsi e soprattutto devono imparare a conoscere il loro piccolo. Ecco che allora è normale entrare un po’ in panico ogni volta che il bimbo piange, temendo chissà quali pericoli.
Stabilire un legame con il bebè
Con il tempo, fortunatamente, le cose migliorano. Ma solo se mamma e papà si mettono in gioco e sono disposti ad ascoltare realmente il proprio bimbo. Imparare a capire perché piange è possibile solamente se si costruisce un legame profondo con il bambino, scoprendo giorno dopo giorno quali sono le sue esigenze, cosa lo infastidisce, come va stimolato. I genitori, dunque, devono darsi modo e tempo: sia per imparare a conoscere il loro piccolo sia per capire quasi sono le proprie emozioni e reazioni di fronte a lui. Infatti, le aspettative sono ben diverse dalla realtà: la cosa migliore, dunque, è vivere ciò che accade, costruendo la propria relazione genitore-figlio.
Che cosa osservare
Per intrepretare correttamente le lacrime e le urla del bimbo è utile affidarsi al linguaggio del corpo. Osservando le sue espressioni, i suoi movimenti, i suoi gesti, mamma e papà scopriranno presto che ci sono pianti e atteggiamenti per dire “ho fame”, altri per dire “voglio le coccole” e altri ancora per dire “voglio essere cambiato”. Quando, poi, il bambino inizia a esprimersi con maggiore facilità, può essere più semplice capire perché piange. A patto che non ci si lasci guidare dai preconcetti: bisogna tenere conto del fatto che il bimbo bel frattempo è cambiato, per cui non ci si può basare sulle reazioni e i bisogni di un tempo. Ecco perché i genitori non devono mai smettere di stargli accanto e di coltivare il loro legame con lui.